Superstar

SUPERSTARS – MUSIC ICONS ON EXHIBITION

All’Ala Isotta di Castel Sismondo gli scatti del fotografo Fernando Borrello e l’installazione artistica di Marco Nereo Rotelli TO BE A NORMAL STAR

Il volto che irradia luce di David Bowie, le smorfie di Mick Jagger, la carica irriverente di Madonna e di Taylor Swift, i Pink Floyd Bruce SpringsteenChet Baker e Miles DavisMichael Jackson e B.B. King, e tanti altri ancora tra cui gli italiani Andrea BocelliZuccheroVasco RossiPino Daniele e Giorgia.

Icone internazionali, grandi star immortalate negli scatti del fotografo Fernando Borrello, nel corso dei 30 anni trascorsi accanto a David Zard , il più celebre manager italiano di tutti i tempi, abiteranno gli spazi dell’Ala Isotta di Castel Sismondo, a Rimini, da giovedì 8 agosto al 29 settembre, grazie alla nuova mostra Superstars – Music Icons on Exhibition, prodotta e organizzata da Blu&Blu  Network srl, in collaborazione con Sandro Di Martino – PROMARGROUP, anch’egli al fianco di David Zard come Vinyl DJ per oltre 16 anni, con il supporto di PRIMAFILA MAGAZINE e patrocinata dal Comune di Rimini

Dopo il successo di Queen Unseen – allestita lo scorso anno nello stesso spazio della rocca riminese che ospita nel suo corpo principale il Fellini Museum – una nuova esposizione farà rivivere momenti unici della storia della musica internazionale, 30 anni di concerti in ogni angolo del globo. Un viaggio a trecentosessanta gradi nella storia della musica rock, pop, jazz e soul.

Superstars – Music Icons on Exibition sarà aperta tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 17,00 alle ore 21,00.

Saranno esposte in mostra oltre ottanta fotografie di Fernando Borrello che, nella sua carriera, è stato anche collaboratore di importanti testate giornalistiche e prestigiose case discografiche come RCA, EMI e Virgin e fotografo di scena nel mondo del cinema e in quello televisivo, dove ha avuto l’opportunità di lavorare al fianco di Renzo Arbore.

Special Guest di SUPERSTARS sarà Marco Nereo Rotelli, “l’Artista della Luce” riconosciuto a livello internazionale per le sue spettacolari installazioni luminose nelle capitali del mondo. L’artista veneziano, protagonista in 10 edizioni della Biennale di Venezia, in musei e gallerie di tutto il mondo e in centri come l’Espace Culturel Louis Vuitton di Parigi, presenta in mostra l’inedita “TO BE A NORMAL STAR”, un percorso di 7 opere dedicate a MADONNABRUCE SPRINGSTEENLOU REEDFREDDIE MERCURYDAVID BOWIEMICK JAGGER e TAYLOR SWIFT con un risultato sorprendente che esalta la sua cifra stilistica in cui la parola diventa dimensione di identità. Parola che anche nell’esposizione riminese diventa unità di tutti.
Per info e acquisto biglietti online: fernandoborrellophoto.com

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Pino Boschetti – Dipingere in dialetto

Pino Boschetti – Dipingere in dialetto

Fellini Museum – Palazzo del Fulgor
1° e 2° piano
Piazzetta San Martino, Rimini

L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso al museo:
Biglietto 2 sedi 10 euro intero, 8 euro ridotto, 5 euro prezzo speciale convenzioni.
Biglietto sede di Palazzo del Fulgor 2 euro per tutti

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La Biennale del disegno al Fellini Museum

Tre mostre della Biennale del disegno al Fellini Museum Palazzo del Fulgor e Ala di Isotta

Palazzo del Fulgor
2° e 3° piano

Cartel de cine significa locandina in spagnolo, ma a Cuba vuol dire molto di più. Cuba, 1959. È un periodo di rivoluzione politica e sociale, ma anche artistica. Il primo protagonista è il cinema, come opera d’arte innovativa e anticommerciale.
Cambia anche il modo di comunicarlo. Si decide così che anche le locandine dei film dovessero essere ripensate, evitando i canoni affermati (grandi volti delle star, scene madri, slogan suggestivi) dei manifesti cinematografici tradizionali. I nuovi carteles (prodotti in tecnica serigrafica 51 x 76 cm ) furono così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche.
El cartel de cine diventerà a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade.
La mostra si articola in senso diacronico dal 1959 al 1979 con una sezione finale dedicata alla produzione di oggi. Vi sono esposti i manifesti degli autori più importanti insieme a fotografie, giornali, bozzetti e layout preparatorii. Tutto il materiale originale proviene dalla collezione “Luigino Bardellotto – Centro Studi Cartel Cubano” di San Donà di Piave, la più grande collezione privata al mondo di manifesti cubani.


Palazzo del Fulgor
1° piano

Capolavoro italiano del Cinema d’Animazione
a cura di Andrea Losavio

Al Palazzo del Fulgor è esposta una selezione dei rari e preziosi originali cartacei che costituiscono lo straordinario tesoro de La Rosa di Bagdad. Disegni, rodovetri e minuziosi fondali dipinti del primo film italiano interamente girato a colori in Technicolor. Accompagna l’esposizione la proiezione del lungometraggio a cui oggi dev’essere finalmente riconosciuto un ruolo di primo piano nella storia del Cinema d’Animazione di tutti i tempi.

In foto: Studio Domeneghini, La Principessa Zeila e il perfido Jafar, tempera su rodovetro, cm 30×37, 1942/1949


Castel Sismondo
Ala di Isotta

 

EVERYTHING SPOKE SO VIVIDLY, i disegni dalla Collezione FRAC – Picardie, Amiens.

La FRAC di Amiens è ritenuta tra le più importanti, se non la più importante raccolta pubblica in Europa specializzata sul disegno. Riunisce 1300 opere di 250 artisti francesi e internazionali, a documentare – a livello di assoluta eccellenza – le diverse declinazioni del disegno contemporaneo, dal secondo dopoguerra ad oggi.

Everything spoke so vividly, scelto a titolo dell’esposizione riminese, riconduce alla sensazione di stordimento provata dallo scrittore francese Stendhal mentre, nel 1817 era in Italia impegnato nel Grand Tour.

And please stop crying – Mostra fotografica dedicata a Giulietta Masina

Italo Calvino parlava di una “zona Masina” nel cinema di Fellini, facendo riferimento a quella dimensione dell’immaginario del regista riminese che più si richiama al circo e alle sue figure. Di quelle figure la Masina è stata l’interprete più ispirata e dotata: ne possedeva la leggerezza, la vitalità, la grazia, il candore.

Con La strada, nel 1957, Fellini vince il primo dei suoi cinque Oscar e a soli 37 anni entra nell’Olimpo dei grandi del cinema, ma è Giulietta Masina con la sua interpretazione di Gelsomina a conquistare e commuovere le platee di tutto il mondo.
Charlie Chaplin ne riconosce l’affinità con il suo Charlot e tra gli spettatori in quei lontani anni Cinquanta c’era un giovane argentino di nome Mario Bergoglio che, a distanza di decenni e divenuto nel frattempo Papa, ricorderà quel personaggio il cui sguardo “sa cogliere nell’inverno ciò che è già primavera”.
Passa un solo anno e Fellini vince il suo secondo Oscar con Le notti di Cabiria. Ancora Giulietta Masina come protagonista, forse nel ruolo da lei più amato e nel quale forse più si riconosceva. A lei, che spesso Fellini nel Libro dei Sogni ritrae con le fattezze di una fata, il Fellini Museum dedica una mostra fotografica.

A settant’anni da La strada e a poche settimane dal trentennale della scomparsa, da giovedì 22 febbraio, anniversario della nascita, fino a lunedì 2 aprile saranno esposti al secondo e al terzo piano del Palazzo del Fulgor 34 scatti provenienti dagli archivi Penzo e Reporters Associati / Fondazione Cineteca di Bologna, 34 foto di scena sui set dei 7 film di Fellini in cui la Masina ha recitato: ai due già citati, si aggiungono infatti Luci del varietà, Lo sceicco bianco, Il bidone, Giulietta degli spiriti e Ginger e Fred.

In occasione dell’inaugurazione, giovedì 22 febbraio dalle 16 ingresso libero a Palazzo del Fulgor.

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Presentazione del libro Amarcord

Venerdì 23 febbraio presso la Cineteca di Rimini alle ore 17.00, si terrà la presentazione del libro

Amarcord raccontato dalla stampa dell’epoca (Edizioni Sabinae, 2023)
a cura di Giuseppe Ricci in dialogo con Davide Bagnaresi.

Come scrive Gianfranco Angelucci nel testo introduttivo:
Una lettura sorprendente per rintracciare gran parte delle emozioni che il film non cessa di riservvarci a mezzo secolo dalla sua apparizione. Una collezione di ritagli di giornale radunati da Giuseppe Ricci, specialista del genere, capace di rendere narrazione anche una rassegna stampa.”

Ingresso libero

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Lilian the Fighter – 30 disegni dalla collezione Liliana Betti

Dal 2 Febbraio al 1 Aprile 2024, al primo piano del Palazzo del Fulgor, in mostra una selezione di 30 disegni provenienti dalla collezione di Liliana Betti: scrittrice, sceneggiatrice e regista italiana, amica e collaboratrice di Federico Fellini
Il Fondo Liliana Betti comprende 109 disegni autografi e 7 cartoline postali recentemente acquistati dal Ministero della Cultura di cui ha affidato la custodia e la valorizzazione al Fellini Museum.
La maggior parte dei disegni sono schizzi realizzati probabilmente sul set, nelle pause fra un ciak e l’altro, con fumetti e scritte scherzose che esprimono simpatia, confidenza, affetto e stima e offrono una visione non solo del mondo degli affetti privati di Fellini, ma anche dell’enorme importanza che aveva il disegno nel suo processo creativo.

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VI EDIZIONE LA SETTIMA ARTE – CINEMA E INDUSTRIA

Anche nel 2024 tornano a Rimini le giornate dedicate al cinema e alla sua industria. Dal 2 al 5 maggio la città si animerà con gli eventi della VI edizione de La Settima Arte Cinema e Industria, la manifestazione organizzata da Confindustria Romagna e Università di Bologna – Dipartimento delle Arti, in collaborazione con il Comune di Rimini, che offre l’opportunità di conoscere e approfondire come nascono e si creano i film e le produzioni audiovisive.

Il progetto “La Settima Arte” mette in luce due temi fondamentali: il “Fare Cinema”, che rappresenta l’industria cinematografica con tutte le sue risorse umane, economiche, intellettuali e professionali, e la “Rivoluzione Culturale”, intesa come l’espressione creativa capace di rompere gli schemi del presente.

Ogni edizione del progetto vede l’intreccio di questi due filoni nel programma delle giornate, che comprende il Premio Cinema e Industria, presieduto dal celebre regista Pupi Avati, proiezioni, anteprime, conferenze, masterclass, mostre e presentazioni di libri con autore. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza, in un’ottica di stretta relazione con il territorio.

In un anno che vede la candidatura di Rimini-Romagna a capitale della cultura 2026, l’evento si pone come un momento significativo per promuovere e diffondere i valori dell’industria cinematografica.

“La Settima Arte – Cinema e Industria” è la festa del cinema di Rimini e della Romagna, un evento che unisce industria e cinema, imprese, università e istituzioni.

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I fumetti e la Shoah. L’immagine al servizio della memoria

Evento storico senza precedenti, la Shoah occupa un posto di rilievo nella memoria collettiva contemporanea. Anche il fumetto e il graphic novel hanno affrontato l’argomento, non senza prudenza, errori e tentennamenti, talvolta con genialità.
Da quando, e come, gli autori di fumetti e graphic novel hanno ripreso l’argomento?
Come è intervenuta la censura su alcune pubblicazioni durante la Seconda Guerra Mondiale?
Come vengono trasmesse le testimonianze?
Come si sviluppano le storie in base ai riferimenti politici, sociali ed estetici del nostro tempo, mentre alcune forme di antisemitismo perdurano?

La mostra cerca di rispondere a questi interrogativi attraverso l’analisi di diverse opere pubblicate dagli anni Trenta ad oggi in diversi paesi, in particolare Stati Uniti, Giappone, Francia, Belgio e Italia.
Tra le tante opere esposte, alcuni cult come Capitan America e Topolino, il giornalino fascista il Balilla, la Storia dei 3 Adolf del giapponese Osamu Tezuka, le avventure del fattorino belga Spirou, il dirompente Maus di Art Spiegelman, ma anche varie pubblicazioni meno note, spesso realizzate insieme agli ultimi testimoni.

Ingresso gratuito, per i gruppi superiori a 10 persone e per le classi è obbligatoria la prenotazione con visita guidata a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea della provincia di Rimini.

Curatori scientifici: Didier Pasamonik e Joël Kotek
Curatela: Marie-Edith Agostini
Coordinamento: Caroline François
Versione italiana a cura di Laura Fontana e Bruna Lo Biundo

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IL CIRCO DI FEDERICO: quadri fantastici tra sogno e realtà 

Anche quest’anno per le feste di Natale il Fellini Museum dedica ai più piccoli un appuntamento speciale:

IL CIRCO DI FEDERICO : Quadri fantastici tra sogno e realtà, una visita al Fellini Museum con laboratorio creativo per bambini dai 6 ai 10 anni.

La visita guidata è un invito alla scoperta del fantastico mondo di Fellini.
I bambini saranno accompagnati nel percorso del museo attraverso la narrazione e il gioco con una “Caccia al tesoro” alla raccolta delle immagini che daranno vita in un secondo momento alla creazione del “quadro fantastico”.

Il laboratorio intende offrire al bambino un momento di gioco e socializzazione dove ognuno esprimerà il proprio potenziale creativo e la propria unicità diventando così regista protagonista del proprio fantamondo.

Ogni bambino riceverà in regalo una copia del libro Gelsomina e il tamburo magico, ispirato al film La strada di Federico Fellini e realizzato dalle bambine e dai bambini degli Istituti Scolastici “D. Alighieri”, “E. Fermi”, “A. Marvelli” nell’ambito del progetto Rete CEET (Cultura, Educazione, Empowerment, Territorio), sostenuto dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso dall’Associazione Arcobaleno ODV e Arci Romagna Cesena Rimini APS, in rete con il Comune di Rimini.
La partecipazione è gratuita per un massimo di 15 bambini a gruppo.
Gli adulti potranno lasciarli con le guide o, se lo desiderano, visitare il museo con un biglietto ridotto di 5 euro.
Prenotazione obbligatoria scrivendo a museofellini@comune.rimini.it, indicando:
– nome e cognome del bambino,
– età e
– numero di telefono di un genitore.

La bellissima locandina è stata realizzata a partire da un acquerello di Ambara Chiara Zuccali con grafica di Jyoti Leila Sadegholvaad

Due turni disponibili:

29 DICEMBRE
mattina ore 10.30 
pomeriggio ore 16.30
Nuova data:
5 GENNAIO ore 16.30

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Fellini/Trubbiani – E la nave va (1983-2023)

La mostra Fellini/Trubbiani – E la nave va (1983-2023), promossa dal Fellini Museum di Rimini, è l’occasione per celebrare i quarant’anni di uno dei film più grandiosi di Federico Fellini, raccontandolo però attraverso la storia di un incontro davvero straordinario, quello tra il regista e lo scultore Valeriano Trubbiani.

Fellini, affascinato dalle opere di Trubbiani fin da quando le vide, per la prima volta, alla Biennale di Venezia del 1972 (che lasciò un segno anche nello scrittore premio Nobel José Saramago, come si legge nel lungo, intenso passo su Trubbiani del suo Manuale di pittura e calligrafia), trovò la giusta combinazione infine per coinvolgere l’artista in una serie di soluzioni scenografiche per il film del 1983. A Trubbiani venne dato l’incarico di occuparsi di tre cose: lo squarcio sullo scafo del transatlantico Gloria N., il rinoceronte ammalato e la corazzata austroungarica.

La mostra presenterà una significativa scelta dei bozzetti e dei disegni di Trubbiani, oltre a una ricca serie di fotografie, quelle della visita che Fellini fece nel suo atelier a Candia di Ancona nel 1982 e quelle dell’effettivo lavoro svolto a Cinecittà, documentato anche da dieci disegni originali del regista, sorta di appunti-guida per lo scultore. 

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Cinquanta candeline per Amarcord

Nel 1973 usciva nelle sale italiane Amarcord.
Per festeggiare il cinquantesimo compleanno, oltre alla proiezione del film, la presentazione di due libri.
Lunedì 11 dicembre presso il Cinema Fulgor alle ore 21 la presentazione di due libri freschi di stampa dedicati ad Amarcord: nel primo Nicola Bassano ripercorre la storia della nascita del capolavoro felliniano analizzandone i temi principali e raccontandone, attraverso aneddoti e curiosità, la parabola che lo porterà a vincere l’Oscar come miglior film straniero; nel secondo gli autori compilano un vero e proprio dizionario che va dalla A di Amarcord alla Z di Zeus, passando per Biscein, Fulgor, Gradisca, Nonno e Rex.

All’evento sono presenti gli autori Nicola BassanoDavide Bagnaresi e Gianfranco Miro Gori

Amarcord Story
di Nicola Bassano (Aliberti, 2023)
Amarcord dalla A alla Z
di Davide Bagnaresi e Gianfranco Miro Gori (Edizioni Sabinae, 2023)

a seguire la proiezione di
AMARCORD di Federico Fellini (Italia 2023, 123′)

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FELLINI INTIMO – Disegni e parole

L’espressione più immediata della straordinaria fantasia di Federico Fellini è sempre stata il disegno, sia durante la preparazione dei film, sia in quei momenti più intimi, spensierati e quindi gioiosi in cui, scaricatosi di tutte le energie creative, si tuffava in quelle più distensive e liberatorie che gli suggeriva il disegno.
Era un momento particolare in cui ridiventava un po’ bambino.
Giocando con i pennarelli metteva su un foglio tutte le sue fantasie, le sue ansie, i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri, le sue immaginazioni, i suoi sogni.
Infatti, dietro ogni suo disegno, dietro ogni personaggio, si nascondeva una storia, una piccola sceneggiatura, un misterioso intreccio di realtà e fantasia, una trama paradossale.
Una volta terminato e perfezionato il disegno, e dopo aver finito di dare i ritocchi nel tratto e nel colore, se tutto era riuscito come esattamente voleva lo regalava con un sorrisetto di complicità.
Altrimenti lo strappava.

Così è nata questa raccolta di quaranta disegni che fanno parte della collezione di Daniela Barbiani, nipote di Federico Fellini e sua assistente alla regia negli ultimi quattro film  da E la Nave va a La Voce della Luna.
I disegni qui esposti per la prima volta in anteprima nazionale per iniziativa del Museum Fellini  e della Cineteca del Comune di Rimini, sono stati precedentemente al Guggenheim di NY, al Festival di Cannes, al Musée des Beaux-Arts di Nancy, alla Fondazione Renault di Parigi e al Museo Puskin di Mosca.

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DISNEY 100 – Un secolo di capolavori del cortometraggio animato

Nell’anno dei tanti anniversari felliniani, Rimini con il Fellini Museum e l’Amarcort Film Festival, celebrano anche il centenario della Disney, fondata il 16 ottobre 1923.

Un evento organizzato da Amarcort Film Festival con il Fellini Museum ripropone un’opera per ogni anno: una selezione di bozzetti originali, dipinti e cels da collezioni private, utilizzati per creare i celebri corti Disney a partire dagli anni ’20 fino ai giorni nostri.
La galleria include anche il primo storico cortometraggio di Mickey Mouse, Steamboat Willie, del 1928.

In programma al Teatro degli Atti la sera del 17 novembre “Disney 100 – Un secolo di capolavori del cortometraggio animato” prevede l’intervento dell’esperto Federico Fiecconi che, partendo dagli artwork in mostra al Fellini Museum, presenterà sullo schermo alcuni caposaldi della sterminata filmografia del magico Studio californiano, raccontando i dietro le quinte dello straordinario percorso della creatività disneyana.

 

Fellini incontra Topolino

Nel centenario della Disney e a 32 anni dalla prima pubblicazione di “Topolino presenta La Strada”, Fellini Museum e Amarcort Film Festival celebrano l’incontro fra Federico Fellini e uno dei massimi artisti disneyani al mondo, Giorgio Cavazzano, con una esposizione al Palazzo del Fulgor.

A trentadue anni dalla sua prima pubblicazione, Topolino presenta La Strada ritorna in librerie e fumettoteche in una speciale edizione Limited De Luxe cartonata dai nuovi colori edita da Panini Comics. In quelle ormai celebri tavole, con un salto di fantasia si ritrova anche l’incontro fra lo stesso Walt Disney e Federico Fellini, realmente avvenuto nel 1956 quando Fellini e la Masina erano in California per la consegna a La Strada dell’Oscar per il Miglior Film Straniero.

Perfetta, dunque, l’occasione per rinnovare questo connubio nella città del genio del cinema, rinnovando l’incontro di Federico Fellini con l’opera del mago di Burbank.

Il magico incontro fra uno dei disegnatori “Disney moderni” in attività oggi più celebri, Giorgio Cavazzano, e Federico Fellini, è avvenuto in occasione della realizzazione della versione a fumetti del film La Strada del 1954. L’ormai celebre Grande Parodia Disney Topolino presenta La Strada, disegnata appunto da Cavazzano e sceneggiata da Massimo Marconi, uscì sul numero 1866 di “Topolino” nel Settembre 1991.

Fellini all’epoca non soltanto diede l’autorizzazione ad essere ritratto nella storia, ma inviò anche un proprio disegno autografo di ringraziamento alla redazione di “Topolino”.

A Giorgio Cavazzano, nell’ambito di Amarcort Film Festival, viene consegnato quest’anno il premio “Un Felliniano nel mondo” .

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RIMINI REVISITED – OLTRE IL MARE

La riviera rivista vent’anni dopo nelle fotografie del reporter riminese Marco Pesaresi, una mostra e due sedi espositive a Rimini e a Savignano sul Rubicone

A cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova.

“Rimini Revisited” si configura come una rilettura critica del progetto originale della mostra “Rimini”, che il reporter dedicò alla sua città e che fu allestita postuma nel 2003.

Alla luce degli approfondimenti acquisiti dallo studio dell’archivio e in particolare della scoperta del menabò originale, elaborato da Marco Pesaresi, del libro che nasceva contestualmente alla mostra e pubblicato nel 2003, anch’esso quindi postumo, la rivisitazione ripercorre e ricostruisce la ricerca continua, tormentata e ossessiva che portò Marco Pesaresi a selezionare, tra le migliaia di scatti realizzati, le 73 foto esposte e pubblicate allora.

Oggi, dopo 20 anni, si aggiungono ed espongono nuove immagini (la mostra si compone complessivamente di 173 fotografie), grazie al notevole patrimonio di documenti che l’autore ha lasciato, contenuti di cui Marco Pesaresi più volte ha raccontato e descritto nei suoi testi e nei suoi diari. Ne scaturisce un grande affresco sulla “romagnolità” rappresentata dall’insieme di cultura, tradizioni e paesaggi che caratterizzano la riviera romagnola. Si aggiunge in tal modo un nuovo capitolo al grande racconto per immagini che Marco Pesaresi ha costruito intorno alle atmosfere, alle persone, agli eccessi e all’originalità della sua terra e della sua città, uno dei territori più visitati in Europa.

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Federico Fellini dietro le quinte

A 102 anni dalla nascita, il grande regista rivive negli scatti di Patrizia Mannajuolo dal set de “La città delle donne”

Di solito, quando si ritraggono personaggi celebri, si è condizionati in qualche modo da un’idea preconcetta. Patrizia Mannajuolo nelle sue fotografie fuori scena riesce invece a scattare con mente libera e sguardo attento, cogliendo momenti di rara spontaneità e svelandoci i personaggi come se li vedesse per la prima volta. I suoi occhi mettono a fuoco dettagli già indagati da tanti, ma con uno sguardo peculiare, inedito, mostrandoci il Fellini vero e genuino, lontano dall’ufficialità delle apparizioni pubbliche o dei backstage autorizzati. In questi scatti rivivono le emozioni, i contrasti, le gioie, i disagi di un incontro determinante, di una stagione visionaria di passioni e inquietudini. Nel teatro 5 di Cinecittà che fu la “casa” del maestro, Patrizia esplora scenografia e set con la discrezione e la malizia di una fotoreporter, in una sequenza memorabile di istantanee inattese e rivelatrici.  

Patrizia Mannajuolo, napoletana, si dedica alla fotografia sin da giovanissima, frequenta a Roma lo studio di Vittorugo Contino e collabora con registi, attori e produttori; tra le esperienze più significative la collaborazione con Roberto Rossellini e il figlio Renzo per la serie televisiva La lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza (1970); con Federico Fellini sul set de La città delle donne (1979), con Liliana Cavani per La pelle (1981) tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte e poi con Alberto Sordi e Monica Vitti per le riprese di Io so che tu sai che io so (1982), un soggetto di Rodolfo Sonego prodotto da Augusto Caminito, cui fece seguito uno special con la regia di Patrizia Mannajuolo sui problematici rapporti di coppia. Nel 2018 le fotografie dal dietro le quinte de La città delle donne di Federico Fellini sono state esposte presso la galleria d’Arte napoletana Al Blu di Prussia, negli spazi espositivi dell’ex Ospedale di San Rocco a Matera e, nel 2019, a Villa Fiorentino, a Sorrento. Il lavoro fotografico è stato pubblicato nel volume Federico Fellini. L’occhio di Patrizia Mannajuolo, artem, Napoli 2020.

Rimini 1993-2023: il funerale di Fellini nelle immagini inedite di Marco Pesaresi

Il 31 ottobre di trent’anni fa muore Federico Fellini. A Roma vengono celebrati i funerali di Stato e allestita la camera ardente nello Studio 5 di Cinecittà. Tutto il mondo del cinema, dai registi alle comparse, dagli attori alle maestranze, rende omaggio all’artista che tutti, in quell’immenso capannone di 400 metri quadrati, chiamano il “faro”. La sera del 3 novembre Fellini fa il suo ultimo viaggio di ritorno a Rimini, dove viene composta una seconda camera ardente nella sala delle colonne del teatro Galli. Il giorno dopo la città si stringe attorno a “quel ragazzo di Rimini che tutto il mondo ammirerà” come disse Sergio Zavoli, in una piazza Cavour gremita, durante l’orazione funebre.

Furono ventimila i riminesi che accompagnarono il feretro nel suo percorso da piazza Cavour al cimitero, una marea ondeggiante che continuava ad applaudire e ad abbracciare “il riminese tornato al Borgo”, accompagnandolo passo dopo passo lungo i suoi luoghi della memoria.

Due le soste d’obbligo del corteo prima di arrivare al cimitero, una davanti al cinema Fulgor dove Fellini da bambino aveva scoperto la settima arte e l’altra in quell’angolo di centro storico dove il ponte sfuma nel Borgo.

Trenta anni dopo la città di Rimini rende omaggio alla “dimensione universale di quel cordoglio” con una mostra dal titolo “Rimini 1993-2023: il funerale di Fellini nelle immagini inedite di Marco Pesaresi”, a cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova e realizzata dal Comune di Rimini in collaborazione con il Comune di Savignano sul Rubicone e l’associazione Savignano Immagini.

La mostra presenta le 30 immagini selezionate – delle oltre 240 che compongono l’intero reportage – del funerale di Federico Fellini scattate dal fotografo Marco Pesaresi, presente quel giorno e pronto a raccontare attraverso le immagini l’ultima visita del Maestro alla sua Rimini. Immagini tornate alla luce solo di recente e che oggi consentono al pubblico anche più giovane di apprezzare la portata del saluto di Rimini al Maestro, trent’anni fa.

“Il giorno del funerale era grigio e piovoso – commentano i curatori della mostra Mario Beltrambini e Jana Liskova – come se il cielo stesso piangesse insieme a tutta Rimini, giunta a dare l’ultimo addio a Federico Fellini. In mezzo a quest’atmosfera malinconica, Marco Pesaresi era presente. Con la sua macchina fotografica, ha catturato l’essenza di quel momento, l’emozione palpabile che pervadeva l’aria e la commozione collettiva della città in lutto. Attraverso queste fotografie, Marco ha documentato non solo l’evento in sé, ma anche la resilienza e la forza della comunità nel momento più buio”.

Le fotografie di Marco Pesaresi che documentano l’ultimo saluto a Federico Fellini rimangono custodite per trent’anni nei suoi archivi, lontane dagli sguardi del pubblico e del mondo. Solo di recente, dopo tanto tempo, queste preziose immagini sono tornate alla luce. L’apertura degli archivi di Pesaresi ha permesso di riportare in vita quei momenti toccanti e storici. Le immagini ora possono raccontare una storia nuova e antica allo stesso tempo, offrendo una finestra sul passato e sulla sua riscoperta, aggiungendo un capitolo significativo alla narrazione visiva di Pesaresi e al suo impatto indelebile su Rimini e sulla sua terra natia.

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ALTROVE – Lorenzo Mini

“Ma dov’è che sono? Mi sembra di non stare in nessun posto…
…non si vede proprio niente, oh! Ah, ma io mi attacco qui al muretto… Soltanto nel ’22 c’è stata una nebbia così. Gina! Gina!
Mo’ se la morte è così, non è un bel lavoro… Sparito tutto! La gente, gli alberi, gli uccellini per aria, il vino… Tè cùl!!”

Quando la nebbia è così fitta e densa e nell’aria si sente solamente il rumore insistente del “Fischione” (nautofono) sul porto, il pensiero mi porta inesorabilmente alla scena del film Amarcord di Federico Fellini, quando il nonno di Titta esce di casa in mezzo ad un “nebbione” storico e, sentendosi perso, pronuncia le frasi sopracitate.

Con queste nebbie, così persistenti e compatte, percorrere la spiaggia è un esperienza quasi onirica ed il suono intermittente e potente del nautofono ti accompagna in un viaggio extraterreno, “Altrove”, appunto.

Da un lato si ha il nulla completo, contraddistinto del leggero rumore delle onde che pigramente si appoggiano a riva, provenienti da un bianco profondo.

Dalla parte opposta si sentono voci lontane di persone al lavoro, che si preparano per la stagione estiva.

Camminando parallelamente alla linea del mare, si possono incontrare strane creature dalle forme bizzarre e dai colori sgargianti che sembrano sbucare dal nulla, oppure ritrovarsi in scenografie improbabili.

E così ti sembra di stare “in nessun posto”, solo e smarrito, proprio come il nonno nella scena di Amarcord, in un luogo che non esiste nella realtà.

Ad un certo punto, però, la nebbia comincia a diradarsi, il fischione smette di suonare e il sogno svanisce; sei di nuovo a casa.

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Spadò: Arte, amori e spionaggio nella Parigi anni ’30

Alberto Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972) sbarca in Romagna alla metà degli anni ’60; apre un Atelier a Riccione, dove dipinge alcuni dei suoi capolavori. Inoltre, scrivono i giornali dell’epoca, “Ha dato vita alla nuova atmosfera del Night al Grand-Hotel di Rimini, leone di questa riviera”.

Grazie al fortuito ritrovamento in una soffitta di fotografie, documenti e manifesti provenienti da tutti i continenti, è stato possibile ricostruire la vita di Spadò. In gioventù è decoratore al Vittoriale da Gabriele d’Annunzio; frequenta il Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia dove è scenografo e pittore, allievo di Giorgio De Chirico. Emigrato in Francia alla fine degli anni ‘20 diventa danzatore con Serge Lifar e Joséphine Baker (con cui ha una burrascosa relazione sentimentale); attore con Jean Gabin e Jean Marais; regista con Django Reinhardt e Suzy Solidor; cantante con Mistinguett (incide alcuni dischi a New York); giornalista per la rivista parigina Sourire; modello preferito della fotografa Dora Maar … agente segreto nella Resistenza antinazista.

Nel dicembre 2022, in occasione del Cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, a Riccione è stato riaperto al pubblico l’Atelier “Alberto Spadolini”; inoltre la rivista Mirà, edita dal “Nouveau Musée National” di Monte-Carlo, sotto la presidenza della Principessa Caroline di Monaco, gli ha consacrato l’articolo “Spadolini, une vie dédiée à l’art, à l’amour et à l’espionnage”.


Giovedì 30 Marzo, 6 e 13 Aprile alle 16.00 – Palazzo del Fulgor (Cinemino)


In occasione della mostra verranno proiettati tre documentari:

“Rivage de Paris” (1950, 50′) del regista Spadolini, restaurato dagli Archives Français du Film.

“Nous, les gitans” (1951, 25′) del regista Spadolini, restaurato dalla Cinématheque Française e presentato dal regista Martin Scorsese nell’ambito della Rassegna “Toute la mémoire du Monde” (Parigi 2012).

“Spadò, il danzatore nudo” (2019, 46′), dei registi Riccardo De Angelis e Romeo Marconi, con interviste allo storico dell’arte Stefano Papetti e al Presidente del “Vittoriale” Giordano Bruno Guerri.

Per maggiori informazioni sulla vita di Alberto Spadolini consultare il sito a lui dedicato

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Amarcord disegnato

65 fotogrammi dipinti a olio su tela e su tavola dall’artista Agim Sulaj che esaltano le campiture di colore e i tagli di luce che compongono le inquadrature del film.

«Era d’estate, in pieno agosto, avevo tredici anni, in Albania.
“Questo film non è per te!”, disse mio padre scacciandomi dal salottino dove avevamo la televisione e chiudendo la porta. Ma io, nella penombra del corridoio, mi chinai incollando l’occhio alla serratura di quella porta chiusa. La televisione le era proprio di fronte: da Valona si prendeva solo il primo canale della RAI italiana, peraltro proibitissimo dal regime del tempo. E fu così che l’ Amarcord di Federico Fellini entrò nella mia vita. Vidi solo le immagini, la musica arrivava attutita e così anche le parole, che comunque non sarei stato ancora in grado di comprendere, ma ne restai folgorato.
Quelle storie semplici, umane, genuine e sincere: la famiglia, il nonno, i parenti, gli amici, la piccola comunità, il borgo antico sul mare narrato in tutte le stagioni, le calure estive in mezzo alla campagna, l’annuncio di primavera col vento che fa turbinare “le manine”, l’autunno che porta le prime malinconie, lo stupore e l’allegria della neve che cade: quelle storie erano identiche alle mie.
Mai avrei potuto immaginare che, tra tante città, da grande io sarei andato ad abitare proprio a Rimini, la città di Fellini, il “borgo” del suo Amarcord. E risiedendo a Rimini, e diventando cittadino italiano, Amarcord ha accompagnato tutta la mia vita, perché racconta anche il mio “amarcord”, il ricordo incancellabile della Valona della mia infanzia e della mia primissima gioventù, una città come Rimini, adagiata sulle rive morbide e dolcissime di un mare luminoso. Che è lo stesso mare per entrambe, quell’Adriatico che unisce, affratella e mi rende felice, perché mi sembra di non esser mai partito da casa mia. » Agim Sulaj

da martedì a venerdì
10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00
sabato, domenica e festivi
10.00 – 19.00
lunedì chiuso

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La prima notte di quiete – 35 scatti per ricordare i 50 anni del film

Nell’ottobre 1972 esce nelle sale “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini. È interpretato da Alain Delon, Sonia Petrovna, Giancarlo Giannini, Adalberto Maria Merli, Salvo Randone, Lea Massari, Alida Valli e Renato Salvatori.

Special Guest la città di Rimini, nella quale il film fu interamente ambientato, in una sua affascinante versione malinconica e invernale.

Immagini provenienti dal fondo Minghini della Biblioteca Gambalunga e da Reporters Associati & Archivi.

Si ringrazia Titanus S.P.A.


In collaborazione con

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Fellini Forbidden

Ho sempre trovato geniale il lavoro grafico del Maestro: la semplicità del tratto e l’ironia delle idee. Penso che questa mostra permetta a pieno di capire quanto moderna fosse la sua visione in tema di erotismo. Da riminese ed amante dell’arte, sono molto contento che il suo lavoro possa finalmente essere vissuto dai visitatori di tutto il mondo che l’hanno amato e continuano ad amarlo per i suoi film”.  

Massimiliano Benedetti

Divertissement erotici disegnati da Federico Fellini negli anni ’70, durante la preparazione delle riprese del film Casanova.

In esposizione 42 tavole di piccolo formato dedicate da Fellini a ‘Prick’, nomignolo anglosassone con cui il Maestro identifica il proprio alter ego sessuale. 

turn your 🔦📱 on!

Collezione | Massimiliano Benedetti
Artwork | Luca Giovagnoli
Allestimenti | Barbara Vannucchi B+V studio di architettura
Si ringrazia | Flos

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Gli Orienti di Pier Paolo Pasolini

“In un incontro con Pasolini a Cinecittà, per il rifacimento di una scena dell’autunno del ’73, avevo portato un album con alcune diapositive e mentre Pier Paolo le guardava affascinato diceva: ‘Ma che bei posti, che bei colori!’ – come se li vedesse per la prima volta – ‘Hai fatto un film dove io ero l’attore e tu il regista.'”

Roberto Villa

L’Oriente, per Pasolini, è un posto dello spirito dove si trova quel mondo desiderato e sognato, che non esiste in questo Occidente e che in quel film fiaba, Il fiore delle Mille e una notte, è portato sullo schermo con una narrazione fantastica e con i colori del sogno. Il regista non era venuto meno alla promessa: “Sarà il mio film più colorato, il più ricco di bellissimi colori” e già le località scelte e le popolazioni mediorientali lo testimoniavano, insieme ai costumi di Danilo Donati indossati da centinaia di comparse.

Le immagini inedite di Roberto Villa, costruite seguendo le filosofie compositive della storia dell’arte e della teoria della comunicazione, illustrano il set e il fuori set del film.

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