Fellini Satyricon

Fellini Satyricon

Anno: 1969
Pellicola: colore
Durata: 138 min
Produzione: P.E.A. (Roma), Les – Productions Artistes Associeés (Paris)
Distribuzione: P.E.A. (Roma)
Visto censura: 5455603/09/1969

Due giovani romani, Ascilto ed Encolpio, sonno innamorati dell’efebo Gitone. Ascilto lo “ruba” ad Encolpio e lo vende a Vernacchio, attore di scurrili pantomime. Encolpio riesce e riprendersi Gitone, e con lui si rifugia in un palazzo, dimora di viziosi. Arriva anche Ascilto, e Gitone rivela che è lui il “preferito”. Encolpio immagina il suicidio, ma un terremoto distrugge il palazzo. Scampato il pericolo, Encolpio incontra il vecchio poeta Eumolpo che lo accompagna da Trimalcione, uno schiavo liberato e arricchito. Durante la festa nella sua villa, il poeta viene bastonato a sangue, e Trimalcione si fa vanto di mostrare la sua tomba. Encolpio, fatto schiavo, sulla nave del pirata Lica ritrova Gitone e Ascilto. Sconfitto in duello da Lica Encolpio è costretto a sposarlo. Le peripezie dei tre continuano: Encolpio diventa impotente, viene curato con il fuoco sacro di Enotea, si batte con il Minotauro. Poi, quando Ascilto muore, si imbarca sulla nave di Eumolpo, diretta in Africa, e rifiuta – alla morte del vecchio poeta – di cibarsi delle sue membra, rinunciando cos’ a divenirne erede.

I clowns

I clowns

Anno: 1970
Pellicola: colore
Durata: 93 min
Produzione: Rai – Radio Televisione Italiana (Italia) – O.R.T.F. (Francia) – Bavaria Film (R.F.T.) Compagnia Leone cinematografica
Distribuzione: Italnoleggio
Visto censura: 5707217/10/1970

Il montaggio di un tendone da circo viene osservato con curiosità da un bambino. La vista dei clown gli ricorda alcuni personaggi della vita reale: fra gli altri una energica monaca nana, il capostazione “Cotechino” tutto preso dal suo ruolo, il vetturale “Madonna” che litiga continuamente con i colleghi, “Giudizie” che rifà la prima guerra mondiale… Poi l’azione si sposta ai giorni nostri: Fellini, all’interno di un’inchiesta televisiva, si mette alla ricerca di vecchi clown per ascoltare i loro ricordi. Dopo aver visitato il circo di Liana Orfei, Fellini e la sua troupe vanno a Parigi, dove intervistano Tristan Rémy, uno scrittore che si occupa in particolare della storia dei clown. Assieme allo scrittore, Fellini rintraccia vecchi pagliacci, i pochi sopravvissuti a un mondo che non c’è più. Il regista filma i loro volti ormai invecchiati e tristi: verso di essi Fellini si sente debitore per la gioia che un tempo riuscivano a trasmettere.
per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Intervista

Intervista

Anno: 1987
Pellicola: colore
Durata: 113 min
Produzione: Aljosha Productions (Ibrahim Moussa), in collaborazione con Cinecittà e Rai Uno
Distribuzione: Academy
Visto censura: 82589 22/05/1987

Fellini sta girando a Cinecittà un film tratto da America, il romanzo di Kafka. Incalzato dalle domande di giornalisti giapponesi il regista racconta la sua prima visita, nel 1940, agli studi romani; era anche lui un giornalista, agli esordi, venuto a Cinecittà per intervistare una diva famosa. I ricordi di Fellini (gerarchi in orbace, il tranvetto azzurro per Cinecittà che attraversa la campagna romana, gli elefanti imperiali, gli indiani, ecc.) si affollano e si intrecciano con le domande dei suoi frenetici intervistatori, che filmano tutto. Ecco il giovane Fellini che finalmente intervista la diva, e intanto il suo aiuto regista attuale è in cerca di volti nuovi nella metropolitana. Poi arriva la polizia, avvertita da una telefonata della presenza di una bomba; quindi entra in scena Marcello Mastroianni con indosso il frac di Mandrake. E la bacchetta magica di questi farà apparire le immagini della Dolce vita, tra gli applausi dei presenti e le lacrime di Anita Ekberg. Il giorno dopo si riprende a girare America, ma un uragano interrompe le riprese. Una banda di indiani attacca Cinecittà con antenne tv come lance. Le riprese del film terminano, e tutti si salutano augurandosi buon Natale.

Ginger e Fred

Ginger e Fred

Anno: 1985
Pellicola: colore
Durata: 125 min
Produzione: PEA (Roma), Revcom Films in associazione con Anthea (München), in collaborazione con Rai Uno. Teatro di posa: Cinecittà
Distribuzione: internazionale Sacis, italiana Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico

Visto censura: 81020 30/10/1985

Alla stazione Termini scende Amelia, ex ballerina soprannominata “Ginger”, vedova e proprietaria di una piccola industria. Deve apparire in televisione per ballare, trent’anni dopo, col suo vecchio partner Pippo, in arte “Fred”. E’ il periodo natalizio, c’è una grande confusione. Ginger sale su un pulmino dove incontra strani personaggi; arriva in un grande albergo dove tutto il personale è davanti alla tv, preso da una partita di calcio. Fred non è ancora arrivato, e Ginger scende in strada, dove viene circondata da un gruppo di motociclisti minacciosi. Torna in stanza, sente russare e scopre che è Fred, invecchiato, ridotto a malpartito, che ha accettato di partecipare allo show soltanto per soldi. I due vorrebbero almeno provare il loro vecchio numero, ma non ci riescono per il bailamme degli strani personaggi, ospiti, come loro, della trasmissione Ed ecco a voi. Alla fine ci riescono ma è un disastro. Solo i complimenti del presidente della tv li convincono a partecipare allo spettacolo: quando tocca a loro è un successo. Alla stazione, nel momento della partenza, vengono riconosciuti e firmano autografi. Poi, dopo che Fred ottiene un po’ di soldi in prestito da Ginger, si separano. Lei parte. Le luci dei binari si spengono e resta solo la tv con i suoi martellanti spot pubblicitari.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

E la nave va

E la nave va

Anno: 1983
Pellicola: colore
Durata: 132 min
Produzione: RAI Radiotelevisione e Vides Produzione (Italia), Gaumont (Francia). Teatro di posa: Cinecittà

Visto censura: 79229 31/10/1983

Un transatlantico, Gloria N., è pronto a salpare. Siamo nel porto di Napoli, è il luglio del 1914. Intorno al molo una folla di scugnizzi e venditori ambulanti, mentre in fretta giungono i passeggeri per imbarcarsi. Arrivano anche le ceneri di una famosa cantante, Edmea Tetua; è per spargere queste in mare che è stata organizzata la crociera verso Erimo. A bordo c’è anche un giornalista, Orlando, che intrattiene i passeggeri, in gran parte cantanti, direttori d’orchestra, ammiratori di Edmea. Una cantante vuole carpire i segreti della sua bravura; un nobile italiano trasforma la sua cabina in un tempio dedicato ad Edmea. Dalla stiva sale il fetore insopportabile di un rinoceronte, che poi viene issato sul ponte e lavato. Vengono raccolti naufraghi serbi fuggiti dopo l’attentato di Sarajevo. La vita a bordo si anima, finché giunti in vista di Erimo le ceneri di Edmea sono sparse in mare. Un serbo lancia una bomba contro una nave da guerra austro ungarica e questa cannoneggia la Gloria N. che affonda; anche l’ammiraglia austro ungarica cola a picco esplodendo. Il giornalista Orlando si ritrova su una scialuppa di salvataggio assieme al rinoceronte, che rumina placidamente.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

La città delle donne

La città delle donne

Anno: 1980
Pellicola: colore
Durata: 145 min
Produzione: Opera Film Produzione (Roma), Gaumont (Paris)
Distribuzione: Gaumont – Italia
Visto censura: 74981 27/03/1980

Un treno attraversa la campagna: in uno scompartimento sonnecchia Snàporaz, un distinto cinquantenne. Appare un’avvenente sconosciuta e l’uomo la segue. Nella toilette i due iniziano a flirtare, poi la donna scende all’improvviso dal treno, in un paesaggio misterioso. E dietro lei, Snàporaz. Al Grand Hotel Miramare si sta svolgendo un convegno internazionale di femministe. Mentre continua la ricerca della misteriosa passeggera, Snàporaz, scambiato per un giornalista, viene aggredito. Salvato da una soubrette sui pattini, nella fuga scivola per le scale e piomba nelle cantine, dove incontra un donnone che, in moto, lo accompagna alla stazione; la virago, non appena si trovano in aperta campagna, cerca di violentarlo. E Snàporaz fugge ancora inseguito da donne inferocite. Si rifugia nel castello del dottor Katzone, suo ex compagno di scuola intento a festeggiare la sua carriera di libertino. Qui incontra sua moglie che, ubriaca, lo copre di insulti, e la soubrettina salvatrice. Dopo aver ripercorso alcune tappe della sua educazione sentimentale, viene catturato dalle femministe. La sua mongolfiera dalle forme di donna viene sgonfiata a colpi di mitra. Mentre sta precipitando, Snàporaz si risveglia in treno, seduto davanti alla moglie, poco prima che il convoglio imbocchi un lungo tunnel.

Prova d’orchestra

Prova d’orchestra

Anno: 1979
Pellicola: colore
Durata: 70 min
Produzione: Daime Cinematografica S.p.A. e Rai – TV (Roma), Albatros Produktion G.M.B.H. (Monaco)
Distribuzione: Gaumont – Italia
Visto censura: 73109 19/02/1979

All’interno di un antico oratorio si svolgono le prove di un concerto sinfonico. Gli strumentisti arrivano a gruppetti e prendono posto. Ci sono anche, in un angolo, i rappresentanti sindacali. Un giornalista televisivo intervista i musicisti: ognuno parla del suo strumento e delle sue esperienze. All’arrivo del maestro, che si esprime con spiccato accento tedesco, la prova inizia con calma. Poi all’improvviso si interrompe per le proteste degli orchestrali. Il direttore abbandona la sala per il suo camerino dove lo segue il giornalista per intervistarlo. Intanto nell’oratorio è la rivoluzione: tutto viene contestato, dal direttore agli spartiti; l’anarchia e il disordine regnano, con le pareti imbrattate da scritte e simboli di rivolta. D’un tratto l’edificio inizia a tremare, scosso da colpi sempre più forti finché una gigantesca palla di acciaio non sfonda i muri, e nel crollo muore l’arpista. Dopo momenti di confusione e grida di terrore torna il silenzio e la prova riprende. Di nuovo sul podio, il direttore d’orchestra impartisce i suoi ordini, come un dittatore.

Il Casanova di Federico Fellini

Il Casanova di Federico Fellini

Anno: 1976
Pellicola: colore
Durata: 170 min
Produzione: PEA
Distribuzione: Titanus
Visto censura: 69484 01/12/1976

Durante il carnevale di Venezia Giacomo Casanova accetta di mostrare la sua valentia amorosa con suor Maddalena e compiacere così l’amante guardone della donna, l’ambasciatore di Francia da cui Casanova spera di ottenere benefici. Ma è arrestato dall’Inquisizione con l’accusa di magia nera. Fugge dal carcere dei Piombi ed è a Parigi ospite della Marchesa d’Urfé che vuole ottenere da lui il segreto dell’immortalità. Poi Casanova lascia Parigi e riprende la sua frenetica attività di seduttore. Fra i suoi amori c’è quello infelice con Henriette, che lo fa disperare e lo abbandona. A Roma partecipa a una gara amatoria con un pololano, vincendola. A Roma incontra anche il Papa e la madre ormai ben poco interessata alle sue sorti. Infine la vecchiaia, l’impiego come bibliotecario, il suo fascino svanito, l’oblio delle corti, fino alla solitudine di un ballo con una bambola meccanica, ricordo di un passato sempre più lontano.

La voce della luna

La voce della luna

Anno: 1990
Pellicola: colore
Durata: 118 min
Produzione: Mario e Vittorio Cecchi Gori, per la C.G. Group Tiger Cinematografica e la Cinemax, con la collaborazione della Rai-Radiotelevisione italiana.
Teatri di posa: Stabilimenti Cinematografici Pontini SpA
Distribuzione: Penta Distribuzione
Visto censura: 85393 01/02/1990

E’ notte, c’è la luna piena. Ivo Salvini è attratto da una voce; si affaccia a un pozzo, poi un gruppo di uomini che attraversa la campagna lo incuriosisce. Li segue e assiste da dietro le persiane allo spogliarello della zia di uno di loro. Questi si accorge della sua presenza e lo caccia perché non ha pagato. Arriva un amico di Ivo e insieme se ne vanno. Seguono strani incontri, e in uno di questi la nonna di Ivo gli dice che “ricordare è bello, più che vivere”. In un’altra notte, di pioggia, Ivo riesce a contemplare il volto della sua amata mentre dorme finché questa, svegliatasi, lo caccia via. La mattina dopo nella piazza del paese c’è grande confusione di venditori ambulanti e frotte di turisti giapponesi che fotografano tutto. Ivo si rifugia su un tetto, la folla pensa che voglia suicidarsi, poi i vigili del fuoco lo salvano. Intanto i fratelli Micheluzzi cercano di catturare la luna, che si dice dia ordini a piccoli diavoli sulla terra. Ci riescono, e tutto il paese vuole vedere la luna prigioniera. E’ la televisione, su un grande schermo, che proietta le immagini. Un uomo gli spara, e lo schermo si spegne. Allora la piazza si svuota e Ivo, rimasto solo, ascolta la luna.

Roma

Roma

Anno: 1972
Pellicola: colore
Durata: 119 min
Produzione: Ultra Film (Roma), Les Productions Artistes Associeés (Paris)
Distribuzione: Italnoleggio

Visto censura: 59913 08/03/1972

Primi anni trenta: a Rimini, un ragazzo ospite di un collegio di religiosi immagina Roma descritta dai suoi insegnanti e dalla retorica del regime fascista. Nel 1939, a venti anni, parte per la capitale e scopre il suo vero volto: i piccoli personaggi di una pensione popolare, le trattorie all’aperto, i bambini nelle strade. Poi si passa al 1972, agli ingorghi del raccordo anulare, con Fellini che gira un film in una città colma di turisti, tra i giovani che lo rimproverano per il suo disinteresse per la politica. Torna alla memoria l’immagine di un teatrino d’avanspettacolo rionale, con il pubblico vociante in fuga per un allarme aereo. Poi la scena si sposta nella galleria della metropolitana in costruzione, quando la scoperta di reperti archeologici fa sospendere i lavori. Quindi gli hippie di Piazza di Spagna, e la fauna variegata dei frequentatori, ricordo ormai lontano, dei bordelli degli anni quaranta. C’è anche una sfilata di moda ecclesiastica, la “festa de noantri” a Trastevere, la confusione generale, con la polizia che manganella e i motociclisti rombanti nella notte.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Amarcord

Amarcord

Anno:  1973
Pellicola:  colore
Durata:  127 min
Produzione:  F.C. Produzioni (Roma), P.E.C.F. (Paris)
Distribuzione:  Dear International
Visto censura: 6369915/12/1973

Nella Rimini degli anni trenta l’adolescente Titta cresce fra educazione cattolica e retorica fascista. Suo padre, Aurelio, è un capomastro anarchico e antifascista: sulle sue spalle oltre i due figli, la moglie e l’anziano padre, piuttosto arzillo, vive anche il cognato sbruffone e perdigiorno, lo zio “Pataca”. Suo fratello Teo è invece chiuso in manicomio. La cittadina è popolata da personaggi singolari, come Volpina la ninfomane, Giudizio il matto, Biscein il fanfarone, l’avvocato dalla retorica facile, il motociclista esibizionista, il cieco che suona la fisarmonica. Titta frequenta il liceo cittadino, dove le interrogazioni si alternano agli scherzi a insegnanti e compagni. La sua vita erotico-sentimentale si divide fra l’inarrivabile Gradisca, i grossi seni della tabaccaia e i balli d’estate al Grand Hotel spiati da dietro le siepi. Con il borgo condivide il trascorrere delle stagioni, con i fuochi per festeggiare l’arrivo della primavera, e gli eventi, il passaggio della Mille Miglia e quello del transatlantico Rex, la visita del gerarca fascista e il nevone. La morte della madre e il matrimonio di Gradisca segnano la fine della sua adolescenza.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Block-notes di un regista

Block-notes di un regista – Fellini: A Director’s Notebook

Anno: 1969
Pellicola: colore
Durata: 60 min
Produzione: N.B.C.
Visto censura: non richiesto

Finto documentario che segue Fellini dalle rovine del set per Il viaggio di G. Mastorna fino ai sopralluoghi per reperire tracce di antichità e ai provini per il Satyricon.

Toby Dammit

Tre passi nel delirio (episodio “Toby Dammit”)

Anno: 1968
Pellicola: colore
Durata: 37 min
Produzione: P.E.A. (Roma), Les Films Marceau (Paris), Cocinor (Paris)
Distribuzione: P.E.A. (Roma)
Visto censura: 5205124/07/1968
Gli altri episodi del film sono: Metzengerstein di Roger Vadim e William Wilson di Louis Malle.

Un giovane attore inglese, Toby Dammit, alterato da droga e alcool, arriva a Roma; sarà il protagonista del primo western cattolico. E’ subito circondato da fotografi, giornalisti, produttori e persino ecclesiastici. Tutto è pronto per celebrare l’avvenimento. Ma lui è insensibile a quanto lo circonda: feste, sfilate di moda, premiazioni. Niente lo scuote dalla sua apatia. Solo quando una misteriosa bambina gli lancia per gioco una palla, Dammit sembra reagire. Durante l’ennesimo ricevimento insulta i presenti e fugge via sull’automobile regalatagli dai produttori. Comincia una corsa sfrenata a folle velocità per il centro e la periferia di Roma: non si accorge di alcuni segnali di pericolo, e un cavo d’acciaio gli tronca di netto la testa, che rotola in un prato. La bambina la raccoglie come fosse un pallone.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Anno: 1963
Pellicola: bianco e nero
Durata: 114 min
Produzione: Cineriz (Roma) e Francinex (Paris)
Distribuzione: Francinex (Paris)
Visto censura: 3946106/02/1963

Guido Anselmi è un famoso regista alla ricerca di riposo e di un po’ di evasione in una rinomata stazione termale. Realtà e immaginazione si mescolano nella sua mente, e il luogo che dovrebbe dargli cura e distensione si popola dei personaggi che fanno parte della sua vita. L’arrivo dell’amante Carla, poi di Luisa, la moglie, e dell’attrice Claudia, mitico simbolo di puri sentimenti, e contemporaneamente i colloqui con il produttore, i tecnici, con gli abituali frequentatori delle Terme, veri o irreali che siano, aumentano la confusione di Guido e fanno venire a galla i ricordi più lontani della sua vita: il collegio, i suoi genitori, che poi incontrerà, ormai morti da tempo, in un cimitero. Ma la crisi di Guido non accenna a risolversi. Quando ormai sta abbandonando definitivamente il progetto del nuovo film, sul set dimesso appaiono di nuovo i personaggi della sua vita: Guido in mezzo a loro con il megafono impartisce ordini, e tutti obbediscono in armonia e si danno la mano, formando una catena che sfila gioiosa sulle note della marcetta dei gladiatori.

Le notti di Cabiria

Le notti di Cabiria

Anno: 1957
Pellicola: bianco e nero
Durata: 110 min
Produzione: Dino De Laurentiis (Roma), Les Films Marceau (Paris)
Distribuzione: Paramount
Visto censura: 2374215/03/1957

Innocente e indifesa, Cabiria è una prostituta dall’esistenza infelice: ha rischiato di essere uccisa da un amico per i suoi soldi, un celebre attore si fa beffe di lei e persino le sue compagne di strada si divertono alle sue spalle. Sconfortata, si reca al santuario del Divino Amore e, presa dall’enfasi di una cerimonia religiosa, prega anch’essa, che un miracolo le faccia cambiare vita. E il miracolo sembra avverarsi: dopo che un illusionista le ha predetto un futuro roseo, Cabiria incontra Oscar, che le dichiara il suo amore; lei lo ricambia affidandogli i suoi risparmi. Ma Oscar è interessato solo a questi, e tenta addirittura di ucciderla. Cabiria riesce ancora una volta a scamparla, e si rende conto che è la sua ingenuità a complicarle la vita. Disperata, vaga in un bosco, di notte, dove incontra un gruppo di giovani allegri e felici. E Cabiria ritrova il sorriso, smette di piangere, pronta a riprendere la sua strada.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

La strada

La strada

Anno: 1954
Pellicola: bianco e nero
Durata: 94 min
Produzione: Dino De Laurentiis, Carlo Ponti
Distribuzione: Paramount
Visto censura: 1731118/09/1954

Uomo di natura violenta, Zampanò si esibisce nelle piazze e nelle fiere di paese come mangiatore di fuoco. Da una povera contadina carica di figli compra per diecimila lire Gelsomina, una ragazza ingenua e ignorante, per usarla come spalla nei suoi spettacoli. Diventata a forza la sua amante, Gelsomina, creatura sensibile, tenta invano di fuggire da lui che la maltratta continuamente. Finiti in un circo, Gelsomina conosce il Matto, strana figura di equilibrista girovago mite e gentile che non perde occasione per deridere e umiliare Zampanò. Questi, in un litigio, involontariamente lo uccide. La tragedia fa uscire del tutto di senno Gelsomina, turbata giorno e notte dal ricordo del Matto. Zampanò allora l’abbandona, continuando la sua vita di vagabondo e temendo di essere scoperto e arrestato. Alcuni anni dopo scopre per caso che Gelsomina è morta, e improvvisamente prende coscienza della sua solitudine: abbandonato da tutti piange su una spiaggia deserta.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

 

La dolce vita

La dolce vita

Anno: 1960
Pellicola: bianco e nero
Durata: 178 min
Produzione: Riama Film (Roma), Pathé Consortium Cinéma (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 3107021/01/1960

Giornalista di un rotocalco scandalistico, Marcello spera di poter diventare un giorno scrittore serio. Nel frattempo si trova completamente immerso nella “dolce vita” romana, tra avventure sentimentali con un’aristocratica sempre alla ricerca di emozioni nuove, il tentato suicidio di Emma – la compagna che lo opprime con la sua gelosia – e il vano corteggiare Sylvia, celebre ed esplosiva diva dello schermo che si esibisce in un sensuale bagno nella Fontana di Trevi. Poi, la falsa visione della Madonna inventata da due bambini e l’incontro con un raffinato intellettuale, Steiner: Marcello ammira la sua famiglia e quella che crede un’esistenza ideale. Ma Steiner si toglie la vita, dopo aver ucciso i figlioletti. Le vicende esistenziali di Marcello si susseguono senza sosta: il malore del vecchio padre che è venuto a trovarlo, l’abbandono di Emma. Dopo l’ennesima orgia notturna, all’alba gli stanchi e stralunati partecipanti trovano la carcassa di un mostro marino arenatosi sulla spiaggia.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Il bidone

Il bidone

Anno: 1955
Pellicola: bianco e nero
Durata: 104 min
Produzione: Titanus (Roma), S.G.C. (Paris)
Distribuzione: Titanus
Visto censura: 1985804/10/1955

Roberto, Picasso e Augusto sono tre specialisti del “bidone”: truffano ingenui contadini a cui si presentano vestiti da preti; poi estorcono denaro a dei baraccati con la promessa di una casa; infine, vendono a sprovveduti benzinai vecchi cappotti spacciati per nuovi. Sono insieme a Capodanno, in una festa, quando Iris, moglie di Picasso, scopre la vera attività del marito. Anche la figlia di Augusto non sa quali loschi traffici compia il padre; è al cinema con lui quando una vittima di Augusto lo riconosce e lo aggredisce. Arrestato, finisce in galera. Ma appena fuori riunisce di nuovo la banda e ripete la truffa con il travestimento da cardinale. Alla vista di una ragazza paralitica, coetanea della figlia, viene preso dai rimorsi e vorrebbe restituire il maltolto. Poi ci ripensa e cerca di truffare gli altri della banda: scoppia una rissa e Augusto, cercando di fuggire, cade in un burrone spezzandosi la spina dorsale. I compari non lo soccorrono, arraffano i soldi e fuggono. Augusto muore in un’agonia lenta e atroce.

Boccaccio ’70

Boccaccio ’70 (episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”)

Anno: 1962
Pellicola: colore
Durata: 60 min
Produzione: Concordia Compagnia Cinematografica e Cineriz (Roma), Francinex e Gray Films (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 46452 06/02/1962

Gli altri episodi del film sono: Renzo e Luciana di Mario Monicelli, Il lavoro di Luchino Visconti, La riffa di Vittorio De Sica. Moralista inflessibile, il dottor Antonio si batte a modo suo contro il dilagare della immoralità. Improvvisa prediche a sbigottiti boy-scout, molesta le coppiette in cerca di intimità, arriva persino a strappare le copertine dei rotocalchi nelle edicole. Finché, il colmo per lui, sotto le finestre della sua abitazione viene allestito un enorme cartellone pubblicitario con l’immagine di una donna dalle forme giunoniche che invita con ammiccante sorriso a bere più latte. Il dottor Antonio tenta invano di farlo rimuovere, poi decide di imbrattarlo lanciandogli contro bottiglie d’inchiostro. Il cartellone verrà censurato dalle autorità ma un acquazzone scoprirà nuovamente le forme della tentatrice. Che finisce per ossessionare senza sosta i sogni del dottor Antonio, fino a che questi non viene ritrovato, un mattino, delirante, arrampicato sul cartellone. Mentre un’ambulanza lo porta in ospedale, Cupido occhieggia beffardo.

Amore in città

Un amore in città (episodio “Agenzia matrimoniale”)

Anno: 1953
Pellicola: bianco e nero
Durata: 16 min
Produzione: Faro Film
Distribuzione: D.C.N.
Visto censura: 1534113/11/1953

Gli altri episodi del film sono: L’amore che si paga di Carlo Lizzani, Paradiso per quattro ore di Dino Risi, Tentato suicidio di Michelangelo Antonioni, Storia di Caterina di Francesco Maselli e Cesare Zavattini, Gli italiani si voltano di Alberto Lattuada. A un giovane giornalista viene affidata un’inchiesta sulle agenzie matrimoniali. Scettico, si finge cliente di una di queste, alla ricerca di una moglie per un suo ricco amico. E sebbene racconti che questi è malato di epilessia, costretto a vivere in campagna perché durante le notti di plenilunio si trasforma in lupo mannaro, riesce a trovare una ragazza disposta al matrimonio. Una ragazza dolce, ingenua, che mette in crisi il cinismo del protagonista.

I Vitelloni

I vitelloni

Anno: 1953
Pellicola: bianco e nero
Durata: 103 min
Produzione: Peg Film (Roma) / Cité Film (Paris)
Distribuzione: ENIC
Visto censura: 1500517/09/1953

Siamo alla fine dell’estate, in una cittadina della costa romagnola. In una festa all’aperto, Riccardo si esibisce finalmente come cantante, ma un acquazzone interrompe il tutto causando un fuggi fuggi generale. Nella confusione salta fuori che Sandra, sorella di Moraldo, aspetta un figlio: dovrà sposarsi con Fausto. Arriva l’inverno e riprende la vita monotona di provincia; gli amici di Fausto trascorrono le loro giornate tra caffè e scherzi puerili, anche se la loro età non è più verde. Sono i “vitelloni”, viziati e mantenuti dalle famiglie: Alberto, con il suo faccione da bambino, eterno buffone che si fa dare i soldi dalla sorella; Leopoldo, tutto preso da sogni di successi letterari; Riccardo, pigro e indolente, e Moraldo, il più giovane e desideroso di lasciare tutti e andare a Roma. Di ritorno dal viaggio di nozze, Fausto accetta di lavorare: farà il commesso in un negozio di arredi sacri. Ma si mette a corteggiare la moglie del proprietario e Sandra, appena lo scopre, fugge di casa con la bambina da poco nata. Fausto e Moraldo, assieme agli altri amici, si mettono alla sua ricerca; ma lei non è lontana, è in casa del suocero, che punirà a cinghiate il figlio scapestrato. I “vitelloni” ricominciano la solita vita, fra delusioni famigliari (Alberto scopre che la sorella vuole fuggire con un uomo sposato) e professionali (Leopoldo incontra un capocomico che si rivela interessato a ben altro che alle sue produzioni letterarie); solo Moraldo riesce finalmente ad andarsene. Sul treno immagina i suoi amici per i quali nulla cambia.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Lo Sceicco Bianco

Lo sceicco bianco

Anno: 1952
Pellicola: bianco e nero
Durata: 85 min
Produzione: P.D.C. – O.F.I.
Distribuzione: P.D.C.
Visto censura: 1172007/04/1952

Due sposi novelli, Ivan e Wanda, sono in viaggio di nozze a Roma per l’anno Santo. Lui, pignolo e metodico, di famiglia borghese, ha già preparato un programma per il viaggio, con annessa visita al Papa; lei, appena arrivata a Roma, lascia l’albergo per mettersi alla ricerca dello “sceicco bianco”, il protagonista di una serie di fotoromanzi di cui è appassionata lettrice, al quale ha scritto decine di lettere. Wanda riesce a trovare il suo idolo sul set approntato a Fregene, dove stanno “girando” un nuovo episodio. La ragazza decide di unirsi alla troupe. Intanto Ivan, disperato, la sta cercando per tutta la città, nascondendo a parenti e amici romani, con bugie e complicati inganni, la fuga della moglie. Sulla spiaggia di Fregene Wanda, coinvolta in sgradevoli disavventure, scopre che il suo eroe è molto diverso da come lo aveva sognato: è un pover’uomo succube della moglie. E il mondo dei fotoromanzi non è quello da lei immaginato. Delusa, tenta di uccidersi in maniera goffa gettandosi nel Tevere. Viene salvata e finalmente torna in albergo dal marito, appena in tempo per correre a San Pietro, dove li aspettano i parenti per la visita al Papa.

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Luci del varietà

Luci del varietà

Anno: 1950
Pellicola: bianco e nero
Durata: 100 min
Produzione: Capitolium Film
Distribuzione: Fincine
Visto censura: 888818/11/1950

Liliana, una bella ragazza di provincia, vuole affermarsi nel mondo dello spettacolo. Fugge di casa e si unisce ad una piccola compagnia d’avanspettacolo; il direttore, Checco, se ne invaghisce e la fa esordire immediatamente. E’ un esordio fortunato, con tanti applausi, anche perché durante un numero a Liliana scivola un gonnellino… Alcuni giorni dopo la compagnia è invitata a casa di un ricco avvocato di paese, che tenta un approccio notturno con Liliana. Interviene Checco, geloso, e scatena una baraonda al termine della quale tutti i guitti vengono cacciati via. Checco e Liliana lasciano la compagnia alla ricerca di un ingaggio favorevole: l’unica offerta viene fatta a Liliana, ma la gelosia di Checco la fa saltare. Questi, con i soldi avuti in prestito dalla sua compagna Melina, anch’essa nella vecchia compagnia, tenta di formarne una nuova con altri artisti. Ma prima dell’esordio Liliana lo abbandona e firma un contratto con un altro impresario, colpito anch’esso dalla sua avvenenza. A Checco non resta che tornare con i vecchi compagni e con Melina, che lo ha perdonato. La compagnia è di nuovo insieme, e sta viaggiando in treno alla ricerca di qualche buona “piazza” quando nel vagone appare una bella ragazza. Checco la nota subito e la storia ricomincia…

per l’immagine del manifesto si ringrazia © Webphoto & Services

Giulietta degli spiriti

Giulietta degli spiriti

Anno: 1965
Pellicola: colore
Durata: 120 min
Produzione: Federiz (Roma),
Francoriz (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 4573323/09/1965

Nella sua bella villa di Fregene, una ricca signora borghese, Giulietta, trascorre l’estate. In occasione dell’anniversario del suo matrimonio con Giorgio, viene organizzata una festa durante la quale si svolge una seduta spiritica. Si evocano fantasmi erotici e scurrili, e le offese di uno di questi, assieme al dubbio che Giorgio la tradisca, mettono in crisi di identità Giulietta. Non ha nessuno con cui confidarsi: è sola con le sue contraddizioni, tra il perbenismo bigotto e la tentazione di vivere senza inibizioni. Una vicina di casa, Susy, l’invita nella sua villa: qui Giulietta può finalmente lasciarsi andare, visto che ha avuto le prove del tradimento del marito. Ma i sensi di colpa la fanno fuggire, e visioni contrapposte quasi sconvolgono la sua mente. Con l’aiuto di una psicoanalista riesce a reagire: affronta una vera e propria battaglia con i suoi condizionamenti, le tentazioni, i fantasmi. Alla fine, vittoriosa e in abito bianco, va incontro al vento che impetuoso soffia dal mare.