Dentro il set

Fotografie di scena da CliCiack 2025

Arriva al Fellini Museum Dentro il set, la prima mostra nata dall’accordo di collaborazione tra i Comuni di Rimini e Cesena, legata a “CliCiak – Scatti di Cinema” (Comune di Cesena, Biblioteca Malatestiana e Centro Cinema Città di Cesena).

In esposizione circa 40 fotografie dall’edizione CliCiak 2025, comprese le immagini premiate e segnalate dalla giuria. Fino a domenica 25 gennaio 2026

Le foto di scena raccontano il cinema mentre prende forma: set, prove, luci, attese, gesti, sguardi. Non solo “dietro le quinte”, ma un modo unico di leggere il film e la sua atmosfera, tra realtà e finzione.

La mostra apre il percorso di valorizzazione promosso dal Comune di Cesena attorno a CliCiak, che da anni raccoglie e custodisce un grande patrimonio di fotografie di scena del cinema italiano.

Inaugurazione: giovedì 18 dicembre, ore 17:00 Palazzo del Fulgor – Fellini Museum, sala del Caffè (3° piano) – ingresso libero

BLU STREGATO. La pittura inquieta di Mattia Barbalaco al Fellini Museum

Dal 5 dicembre 2025 (vernissage alle ore 17:00) al 6 gennaio 2026, nell’ambito del festival “I luoghi dell’anima”

BLU STREGATO riunisce un’ampia selezione di opere che offrono una panoramica sul lavoro del giovane artista, dal periodo più recente ai dipinti delle sue prime mostre.

Il linguaggio di Barbalaco è intenso ed enigmatico, popolato da simboli che trasformano situazioni apparentemente ordinarie in scenari occulti e inquietanti. L’uso della luce e del colore – con una prevalenza delle tinte fredde e del blu in particolare – amplifica l’atmosfera quasi stregata che avvolge le figure, spesso immerse in una solitudine imperscrutabile.

Le opere, ricche di suggestioni teatrali, risentono anche della precedente attività di burattinaio dell’artista. In molti dipinti emerge inoltre un forte legame con la psicoanalisi e con il mondo dell’inconscio: elementi surreali si inseriscono nelle scene e ne interrompono il filo logico, come se l’immaginario interiore facesse costantemente irruzione nel visibile.

Le tele sono costruite su un originale equilibrio compositivo, dove la resa realistica e armoniosa dei soggetti si confronta con scelte stilistiche contemporanee, come le inquadrature ravvicinate e i toni volutamente antinaturalistici.

Le opere di Mattia Barbalaco diventano così l’espressione di un’indagine individuale e universale al tempo stesso, che scardina i confini tra inconscio e realtà e dà vita a una dimensione onirica, sospesa e profondamente poetica

Rassegna

Alfonso Cuarón in controcampo

Fellini Award Rimini – Cuarón in controcampo

L’appuntamento di domenica 7 dicembre non sarà l’unica occasione per riscoprire sul grande schermo il percorso cinematografico del cineasta messicano accostato alla filmografia felliniana. Ad accompagnare il Premio sarà infatti una speciale rassegna “Cuarón in controcampo” che partirà il fine settimana del 6 dicembre per proseguire ogni sabato fino al 17 gennaio. In ciascun appuntamento un film del regista riminese aprirà il pomeriggio al Cinemino (Palazzo del Fulgor, ore 14) come controcampo ideale seguito in serata da un titolo dell’autore messicano (ore 21, Cineteca): non una semplice “doppia proiezione”, ma un gioco di riflessi tra forme, temi e immagini che si rispondono a distanza.

Si passa così dalla giovinezza de I vitelloni, inchiodata alla provincia, alla giovinezza in movimento di Y tu mamá también (6 dicembre); dalla Roma di Fellini città-mondo e teatro barocco, alla Roma di Cuarón, quartiere di Città del Messico, microcosmo familiare e politico (domenica 7 dicembre, ore 14 cinemino ore 20 cinema Fulgor); dal grottesco del circo dei Clowns all’universo di incantesimi e metamorfosi di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (13 dicembre); dall’infanzia di Amarcord allo spazio infinito di Gravity (3 gennaio); all’accostamento tra La dolce vita e I figli degli uomini, che mette al centro l’idea di fine – la fine di un certo mondo sociale, la fine letterale del futuro (10 gennaio) – e all’ultima coppia, e Uno per tutte, costruita intorno a una crisi: creativa, esistenziale, sentimentale (17 gennaio).

Una sorta di slalom parallelo per far emergere, attraverso la presenza fantasmatica di Fellini, lo sguardo di Cuarón sulla memoria, la città, il corpo, la famiglia, l’apocalisse, il desiderio. Un omaggio al regista premiato e al suo cinema, capace di tenere insieme spettacolo e profondità emotiva, invenzione formale e attenzione al reale.

Programma completo

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

Premio Fellini 2025

Il Premio Fellini 2025 a Alfonso Cuarón

Il Premio Fellini riparte da Alfonso Cuarón
Domenica 7 dicembre (ore 18) al Teatro Galli di Rimini la consegna del riconoscimento ad uno tra i più apprezzati cineasti contemporanei

In serata il regista introdurrà il suo pluripremiato film Roma al Cinema Fulgor
Da sabato 6 dicembre una rassegna di proiezioni tra Cineteca e Cinemino con la filmografia dell’autore messicano in dialogo con l’opera di Federico Fellini

Federico Fellini e Alfonso Cuarón: due generazioni, due sguardi sul cinema e sulla realtà, due mondi poetici che si intrecciano, per la prima volta, a Rimini. Sarà un ideale dialogo di immagini, parole, sogni tra il Maestro riminese e il regista e sceneggiatore messicano ad attraversare il ‘rinato’ Premio Fellini, assegnato in questa prima edizione del suo ‘nuovo corso’ ad uno tra i più apprezzati cineasti contemporanei.

Cuarón è atteso a Rimini domenica 7 dicembre (ore 18) quando salirà sul palcoscenico del Teatro Amintore Galli per una conversazione a tutto tondo con Gian Luca Farinelli, direttore della Fondazione Cineteca di Bologna, coordinatore artistico del Premio. Un dialogo per cercare di approfondire le relazioni e le influenze che legano Cuarón a Fellini, “che – ha spiegato lo stesso regista – ha influenzato così tanto, sin dalla mia prima infanzia, il mio amore per il cinema”. Sarà poi il sindaco Jamil Sadegholvaad a consegnare nelle mani del regista il riconoscimento, che la Città di Rimini ha deciso di rilanciare a quattordici anni dalla sua ultima edizione grazie alla rinnovata preziosa collaborazione con la Cineteca bolognese.

A seguire, alle ore 20, ci si sposterà nel cinema ‘felliniano’ per eccellenza, il Fulgor, dove Cuarón introdurrà alla visione di Roma, opera del 2018 che gli è valsa l’Oscar e il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

Alfonso Cuarón sarà poi a Bologna il giorno successivo, lunedì 8 dicembre, quando al Cinema Modernissimo presenterà Roma e Jonas che avrà vent’anni nel 2000 di Alain Tanner, regista oggi quasi dimenticato, un “film del cuore” che proprio Cuarón sta contribuendo a riscoprire.

Prenota qui un posto per la premiazione al Teatro Galli
Prenota qui un posto per la proiezione al Cinema Fulgor
Sarà possibile accedere senza prenotazione, con la precedenza ai prenotati, fino a esaurimento posti.

L’albo d’oro del Premio Fellini

Il Premio Fellini fu istituito per la prima volta dalla Città nel 1994 e vide insignito John Turturro a cui seguirono negli anni successivi Kathryn Bigelow (1995), Emir Kusturica (1996) e John Landis (1997). Fu poi l’associazione “Fondazione Federico Fellini” a ripristinare dal 2005 il Premio che in quell’anno fu assegnato a Martin Scorsese, per poi proseguire con Roman Polanski (2006), Ermanno Olmi (2007), Tullio Pinelli (2008) e Sidney Lumet (2009). Le ultime due edizioni del premio coincisero con gli ultimi due anni di attività della Fondazione Fellini e vide premiati a Rimini Paolo Sorrentino (2010) e Terry Gilliam (2011).

Alfonso Cuarón sarà quindi il dodicesimo artista ad iscriversi all’albo d’oro del Premio Fellini.

 

Il Premio Fellini è realizzato dal Comune di Rimini e Fellini Museum con Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con in collaborazione con Apt Servizi Emilia-Romagna e VisitRomagna.

Amarcort Film Festival

Ad Amarcort 2025 il cinema dei giovani incontra il Festival Fellini

Ad Amarcort 2025 il cinema dei giovani incontra il Festival Fellini, in un ponte ideale tra l’immaginario del Maestro e lo sguardo delle nuove generazioni.

Sabato 29 novembre, alle 14.30, alla Cineteca di Rimini, Amarcort Film Festival ospita una selezione speciale del Festival Fellini, progetto nato sotto la direzione artistica di Raffaele Simongini nelle aule della RUFA – Rome University of Fine Arts e cresciuto grazie alla collaborazione con Poliarte di Ancona e LABA di Firenze. Questo incontro è reso possibile grazie all’interessamento e alla collaborazione del Fellini Museum.

Il cuore del programma è TORNA RESTA, un mediometraggio composto da quattro episodi diretti da giovani talenti emergenti che rileggono il mondo felliniano con sensibilità diverse:

Il funerale di Fellini di Mino Capuano Amico di città laggiù di Tommaso Banti e Marco Di Filippo Mnemofume di Ludovico Bosica Chicken Carnival di Alain Parroni.

Storie che oscillano tra memoria, invenzione e visioni, come un album di sogni in movimento.

Ad accompagnarle, due lavori d’animazione – Quattro e un quarto di Laura Ettori e Orrendi scarabocchi di Pietro Ciccotti – che trasformano l’immaginario felliniano in forme elastiche, morbide, sorprendenti. E, come proiezione speciale, Omaggio a F. di Daniele Ciprì: non un film di esordio, ma una piccola lanterna magica che illumina il percorso dei più giovani, ricordando che Fellini è ancora un territorio vivo da esplorare.

Il percorso felliniano di Amarcort 2025 si articola però in più giorni e appuntamenti.

Mercoledì 26, alle 18, alla Cineteca di Rimini, la poetessa e studiosa Rosita Copioli terrà una masterclass che prende spunto dai materiali inediti di Fellini da lei curati: dai soggetti per gli spot televisivi a favore della lettura al trattamento de L’Olimpo. Un’occasione per esplorare, a partire dal suo volume Gli occhi di Fellini e dal lavoro di curatela, i territori meno conosciuti dell’immaginario del regista.

Giovedì 27, alle 15, sempre in Cineteca, sarà la volta della masterclass di Gérald Morin, collaboratore di Fellini negli anni Settanta e fondatore della Fondazione Fellini di Sion, a cui verrà consegnato il primo dei due premi “Un felliniano nel mondo” di quest’anno. Il secondo premio sarà attribuito allo scrittore Andrea De Carlo, aiuto regista sul set di E la nave va e regista del documentario Le facce di Fellini, girato proprio durante quella lavorazione, che verrà intervistato venerdì 28, alle 21 in Cineteca, da Nicola Bassano, già responsabile dell’Archivio Fellini della Cineteca del Comune di Rimini.

Ospitando questa selezione e questi incontri, Amarcort Film Festival rinnova il suo impegno nel custodire e rilanciare l’eredità felliniana: con il premio internazionale “Un felliniano nel mondo” e con attività di formazione e laboratori che invitano i giovani a vivere il cinema come luogo di invenzione, libertà e stupore.

Un incontro, quello tra Amarcort, il Festival Fellini e il Fellini Museum, che non guarda solo al passato ma accende una scintilla nel presente: un percorso pienamente in linea con la missione e il lavoro del museo, impegnato a mantenere vivo il dialogo tra la città, le nuove generazioni e il patrimonio cinematografico del Maestro. Il programma completo del festival qui

workshop fotografico

Il Fellini Museum attraverso l’obiettivo: un workshop fotografico

Il Fellini Museum attraverso l’obiettivo: un workshop fotografico

Sabato 22 novembre, dieci giovani fotografi al Fellini Museum per “Rimini. Amarcord – raccontare una città tra memoria e visione”.

Il Fellini Museum di Rimini diventa set e laboratorio di sguardi. In occasione del workshop “Rimini. Amarcord – raccontare una città tra memoria e visione”, il fotografo Giulio Di Meo conduce un gruppo di dieci studenti in un percorso di fotografia documentaria dedicato ai luoghi reali e immaginari del cinema felliniano.

Fotografo e reporter sociale da oltre vent’anni, impegnato in progetti con associazioni e ONG in Africa e America Latina e presidente della rivista di fotogiornalismo Witness Journal, Di Meo usa la fotografia come strumento di espressione, inclusione e cambiamento sociale.

Per una giornata il Fellini Museum si trasforma in un’officina di immagini: le sale del museo, le installazioni immersive e gli spazi urbani che lo circondano diventano il punto di partenza per raccontare Rimini – la città di Fellini – tra memoria e visione contemporanea. I partecipanti lavoreranno su un vero e proprio reportage, sperimentando come tradurre in immagini l’immaginario felliniano e il legame tra cinema, città e persone.

Il workshop, a numero chiuso, conferma la vocazione del Fellini Museum come luogo vivo di formazione, ricerca e produzione di nuovi sguardi: non solo spazio espositivo, ma piattaforma dove giovani autori e autrici possono misurarsi con il linguaggio del cinema e della fotografia, in dialogo con l’eredità di Federico Fellini

immagine di Giulio Di Meo

Fellini e la critica

Due giornate di studi

Che cosa succede quando il cinema di Federico Fellini incontra lo sguardo di chi lo giudica, lo racconta, lo traduce in parole? La storia di Fellini è anche la storia degli sguardi che lo hanno accompagnato: entusiasmi e diffidenze, esaltazioni e stroncature, letture politiche, morali, estetiche. Attorno ai suoi film si è costituito, lungo i decenni, un vero e proprio “romanzo critico”: una trama fatta di recensioni militanti e articoli di giornale, carteggi privati e dialoghi pubblici, schede di cineclub ed ephemera dimenticati, fino alle forme più recenti di discorso online.

Nel contesto ormai tradizionale degli appuntamenti annuali dedicati a Federico Fellini e ai “Fellini Studies”, FM – Fellini Museum Rimini e il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, organizzano alla Cineteca comunale di Rimini due giornate di studi (lunedì 28 e martedì 29 aprile 2026) dedicate appunto al rapporto tra Fellini e la critica.

Il convegno intende rimettere a fuoco un campo già riccamente esplorato – basti pensare ai nodi storici del confronto con la critica marxista o con quella cattolica – alla luce di nuove consapevolezze: la crescita degli studi sulla storia della critica italiana e dei suoi archivi, la progressiva emersione di fondi privati e la trasformazione degli strumenti stessi della critica (dalla pagina dei quotidiani alla televisione, fino ai social media).

L’attenzione si concentrerà su tre grandi direttrici, tra loro intrecciate:

1. Sguardi istituzionali e spazi della critica

Fellini ai festival e nelle grandi arene del cinema: come gli inviati e i cronisti hanno reagito, di volta in volta, alle novità della sua poetica? Quali dinamiche si sono instaurate tra il regista e la critica militante, tra i cinefili e un autore spesso percepito come eccentrico rispetto ai canoni? All’interno di questa linea rientrano le analisi delle recensioni su singoli film, gli studi di caso sulla ricezione internazionale, la mappa dei premi intitolati a Fellini come indicatori di gusto e di valore nel tempo, nonché i discorsi intorno ai restauri e al “ritorno del capolavoro”.

2. Figure, relazioni, conflitti

Il rapporto tra Fellini e i critici è anche una costellazione di biografie incrociate, di collaborazioni e attriti. Dai carteggi ai profili tra singoli critici e il regista (come Rondi/Fellini, Fofi/Fellini e altri), fino dell’apparizione dei critici come personaggi nei film. In questo quadro trovano spazio anche le interviste condotte da critici specializzati, con le loro strategie retoriche, e le voci televisive che hanno contribuito a costruire l’immagine pubblica di Fellini.

3. Lingue, forme e archivi della ricezione

Un’attenzione specifica sarà dedicata alla lingua della critica felliniana: il lessico, le categorie estetiche, le metafore ricorrenti che hanno provato a “tradurre” in parole un cinema dichiaratamente refrattario alle definizioni. Accanto alla critica ufficiale, il convegno intende valorizzare archivi e materiali “minori”: carte inedite, scartafacci, schede di cineclub, recensioni degli spettatori, diari e altri testi “orfani” non ufficiali. Infine, sarà oggetto di indagine il passaggio alla critica online: youtuber, tiktoker e altri influencer che oggi, con linguaggi e strumenti diversi, si confrontano con l’eredità felliniana, così come le voci più canoniche di dizionari, enciclopedie e guide contemporanee. Una sezione specifica potrà essere dedicata ai necrologi e ai “coccodrilli” usciti “in morte” di Fellini, nella loro capacità di sintetizzare giudizi e narrazioni pluridecennali.

La call è aperta a studiose e studiosi, giovani ricercatrici e ricercatori, archiviste e archivisti, critiche e critici cinematografici, nonché a chiunque lavori sui temi della ricezione e della storia della critica.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Gli abstract dovranno essere inviati in copia ai seguenti indirizzi email:

roy.menarini@unibo.it
cineteca@comune.rimini.it

Ogni proposta dovrà contenere:

– breve descrizione dell’intervento (max 1500 caratteri);
– da 3 a 5 parole chiave;
– breve biografia;
– affiliazione e indirizzo istituzionale.

Ulteriori informazioni logistiche e il programma definitivo delle giornate di studi saranno resi noti dopo la selezione degli interventi.

Premio Tonino Guerra

Premio Tonino Guerra 2025

L’edizione 2025 del Premio Tonino Guerra quest’anno sarà assegnato al grande regista russo Aleksandr Sokurov.
Un riconoscimento prestigioso che negli anni ha visto tra i premiati figure di rilievo internazionale come Werner HerzogMarco Tullio Giordana e Carmen Yáñez.
Il premio anticiperà la sesta edizione del Festival “I Luoghi dell’Anima”, dedicato a Tonino Guerra

info e prenotazioni: luoghidellanimafestival@gmail.com

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Programma di novembre

Programmazione del Cinemino di novembre

Ogni martedì alle 14 a ingresso libero
il Cinemino programma un film di Federico Fellini

  • 4 novembre
    Il Bidone
  • 11 novembre
    Fellini Satyricon
  • 18 novembre
    La voce della luna
  • 25 novembre
    Intervista

Ogni giorno in loop viene proiettato il documentario La verità della menzogna, a cura di Gianni Canova e Chiara Lenzi (Italia 2021, 72′), prodotto da Lumière&.Co e Anteo in esclusiva per FM – Fellini Museum Rimini.

31 ottobre 2025

31 ottobre 2025 ricordando la scomparsa di Federico Fellini

Nel trentaduesimo anniversario della scomparsa di Federico Fellini, la sua città lo ricorda con una giornata a lui dedicata.

Il Fellini Museum sarà visitabile gratuitamente:
dalle ore 16 la sede di Castel Sismondo
dalle ore 15 la sede di Palazzo del Fulgor

Alle ore 15 a Palazzo del Fulgor una proiezione speciale a ingresso libero

TOBY DAMMIT
di Federico Fellini (Italia 1968, 43′)

Carmelo Marabello

CARMELO MARABELLO L’APOCALISSE NON È UNA COSA SERIA, LA FINE DEL MONDO È A CINECITTÀ

Il tema della morte e la rappresentazione del funerale, tra ritualità e spettacolo, nel cinema di Fellini, a trentadue anni dalla sua scomparsa (31 ottobre 1993)

Sabato 1 novembre, ore 17.00
Cinema Fulgor, ingresso libero
prenotazione consigliata qui


È un evento del progetto REEL Un viaggio cinematografico tra Italia e Croazia – InterReg 2021/2027
in collaborazione con TRA festa delle anime tra due mondi promossa da Amir

Fellini e l’ombra

Fellini e l’ombra

Anno: 2021
Pellicola: colore
Durata: 64 min
Produzione: Verdiana e Célestes Images, in associazione con Luce Cinecittà, coprodotto con RSI, in associazione con Le 400 Coups
Distribuzione: Luce Cinecittà
Regia: Catherine McGilvray
Genere: Documentario

Fellini e l’ombra, film diretto da Catherine McGilvray, è un documentario che racconta di come l’idea di girare questo lungometraggio sia nata dall’indagine di una documentarista portoghese, Claudia De Oliveira Teixeira. Intenzionata a fare un film sul cineasta, scopre che Fellini aveva un segreto, rintracciabile nel “Libro dei Sogni” (scritto dallo stesso regista) direttamente collegato al suo cinema dei sogni e nel rapporto tra lui e il suo analista, il dottor Ernst Bernhard, che ha avuto un grande impatto sulla cinematografia felliniana, in particolare nella realizzazione di 8 ½ (1963).
Ci sono altri riferimenti nei luoghi del cuore di Fellini, dalla sua terra natia, Rimini, alla sua seconda patria, Roma, nonché nei racconti dei suoi amici e di chi ha avuto modo di conoscerlo. La scoperta di Claudia conferma che per Fellini il sogno era l’unica e autentica realtà, strettamente correlato all’analisi junghiana.

Fellini fine mai ita

Fellini fine mai

Anno: 2019
Pellicola: colore
Durata: 80 min
Produzione: Rai Cinema, Rai Teche, Aurora TV (Giannandrea Pecorelli)
Regia: Eugenio Cappuccio
Genere: Documentario

Si è detto molto su Fellini, ma è possibile ancora raccontare degli episodi sconosciuti del suo cinema, della sua vita e della sua poetica, soprattutto se si ha avuto la fortuna di lavorare con lui e di condividere la sua esperienza, come è successo a Eugenio Cappuccio, che in questo documentario ricostruisce il percorso che lo ha portato a conoscere Fellini a Rimini da adolescente e successivamente, dopo aver studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, a collaborare sul set di Ginger e Fred. Scavando nei segni e nei percorsi che il ricchissimo repertorio televisivo della Rai può fornire, il film si arricchisce di numerose testimonianze originali di chi ha collaborato con Fellini. Così, partendo da Rimini, Eugenio Cappuccio si lancia verso nuove scoperte del mai completamente svelato ‘mondo segreto’ di Fellini.

Fellini degli spiriti ita

Fellini degli spiriti

Anno: 2020
Pellicola: colore
Durata: 100 min
Produzione: Mad Entertainment con Rai Cinema
Distribuzione: Nexo Digital
Regia: Anselma Dell’Olio
Genere: Documentario

Il documentario che racconta, per la prima volta, “il mondo non visto”, spirituale e soprannaturale di Federico Fellini attraverso straordinari materiali d’archivio di Rai Teche e Istituto Luce, immagini dei suoi film e interviste esclusive. A cento anni dalla nascita del Maestro, nato a Rimini il 20 gennaio 1920, il documentario indaga in profondità la sua passione per quello che lui definiva, in breve, il mistero, l’esoterico, in una ricerca incessante di altre possibilità, altre dimensioni, altri viaggi e di tutto quello che può far volare lo spirito e la mente. A raccontare il mondo magico di Fellini tante voci, dalla cartomante che Fellini consultava sempre a Terry Gilliam, da Giuditta Mascioscia, la sensitiva amica di Gustavo Rol al regista Damien Chazelle, dai collaboratori e amici più stretti di Fellini a registi come William Friedkin.

Siamo qui per provare ita

Siamo qui per provare

Anno: 2022
Pellicola: colore
Durata: 88 min
Produzione: Ubulibri, RAI Cinema
Regia: Greta De Lazzaris, Jacopo Quadri
Genere: Documentario

Daria si sposa, Antonio è testimone. Sono una coppia artistica. Da anni abitano nella stessa palazzina, ora lei trasloca in un altro quartiere. Cominciano a lavorare a un nuovo progetto ispirato al Ginger e Fred di Federico Fellini. Con loro Emanuele, Monica, Francesco, Martina, Andrea. Si comincia dalle lezioni di tip tap, la drammaturgia viene scritta giorno per giorno, provando nei teatri svuotati dalla pandemia, a Roma, a Rimini e in Francia. Tra i dubbi, nell’euforia creativa, i nostri attori finiscono per assomigliare sempre di più a un gruppo di naufraghi, in uno spaesamento dove si mescola continuamente la vita reale con lo spettacolo che sta forse prendendo forma.

Fellini Satyricon

Fellini Satyricon

Anno: 1969
Pellicola: colore
Durata: 138 min
Produzione: P.E.A. (Roma), Les – Productions Artistes Associeés (Paris)
Distribuzione: P.E.A. (Roma)
Visto censura: 5455603/09/1969

Due giovani romani, Ascilto ed Encolpio, sonno innamorati dell’efebo Gitone. Ascilto lo “ruba” ad Encolpio e lo vende a Vernacchio, attore di scurrili pantomime. Encolpio riesce e riprendersi Gitone, e con lui si rifugia in un palazzo, dimora di viziosi. Arriva anche Ascilto, e Gitone rivela che è lui il “preferito”. Encolpio immagina il suicidio, ma un terremoto distrugge il palazzo. Scampato il pericolo, Encolpio incontra il vecchio poeta Eumolpo che lo accompagna da Trimalcione, uno schiavo liberato e arricchito. Durante la festa nella sua villa, il poeta viene bastonato a sangue, e Trimalcione si fa vanto di mostrare la sua tomba. Encolpio, fatto schiavo, sulla nave del pirata Lica ritrova Gitone e Ascilto. Sconfitto in duello da Lica Encolpio è costretto a sposarlo. Le peripezie dei tre continuano: Encolpio diventa impotente, viene curato con il fuoco sacro di Enotea, si batte con il Minotauro. Poi, quando Ascilto muore, si imbarca sulla nave di Eumolpo, diretta in Africa, e rifiuta – alla morte del vecchio poeta – di cibarsi delle sue membra, rinunciando cos’ a divenirne erede.

I clowns

I clowns

Anno: 1970
Pellicola: colore
Durata: 93 min
Produzione: Rai – Radio Televisione Italiana (Italia) – O.R.T.F. (Francia) – Bavaria Film (R.F.T.) Compagnia Leone cinematografica
Distribuzione: Italnoleggio
Visto censura: 5707217/10/1970

Il montaggio di un tendone da circo viene osservato con curiosità da un bambino. La vista dei clown gli ricorda alcuni personaggi della vita reale: fra gli altri una energica monaca nana, il capostazione “Cotechino” tutto preso dal suo ruolo, il vetturale “Madonna” che litiga continuamente con i colleghi, “Giudizie” che rifà la prima guerra mondiale… Poi l’azione si sposta ai giorni nostri: Fellini, all’interno di un’inchiesta televisiva, si mette alla ricerca di vecchi clown per ascoltare i loro ricordi. Dopo aver visitato il circo di Liana Orfei, Fellini e la sua troupe vanno a Parigi, dove intervistano Tristan Rémy, uno scrittore che si occupa in particolare della storia dei clown. Assieme allo scrittore, Fellini rintraccia vecchi pagliacci, i pochi sopravvissuti a un mondo che non c’è più. Il regista filma i loro volti ormai invecchiati e tristi: verso di essi Fellini si sente debitore per la gioia che un tempo riuscivano a trasmettere.
Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Intervista

Intervista

Anno: 1987
Pellicola: colore
Durata: 113 min
Produzione: Aljosha Productions (Ibrahim Moussa), in collaborazione con Cinecittà e Rai Uno
Distribuzione: Academy
Visto censura: 82589 22/05/1987

Fellini sta girando a Cinecittà un film tratto da America, il romanzo di Kafka. Incalzato dalle domande di giornalisti giapponesi il regista racconta la sua prima visita, nel 1940, agli studi romani; era anche lui un giornalista, agli esordi, venuto a Cinecittà per intervistare una diva famosa. I ricordi di Fellini (gerarchi in orbace, il tranvetto azzurro per Cinecittà che attraversa la campagna romana, gli elefanti imperiali, gli indiani, ecc.) si affollano e si intrecciano con le domande dei suoi frenetici intervistatori, che filmano tutto. Ecco il giovane Fellini che finalmente intervista la diva, e intanto il suo aiuto regista attuale è in cerca di volti nuovi nella metropolitana. Poi arriva la polizia, avvertita da una telefonata della presenza di una bomba; quindi entra in scena Marcello Mastroianni con indosso il frac di Mandrake. E la bacchetta magica di questi farà apparire le immagini della Dolce vita, tra gli applausi dei presenti e le lacrime di Anita Ekberg. Il giorno dopo si riprende a girare America, ma un uragano interrompe le riprese. Una banda di indiani attacca Cinecittà con antenne tv come lance. Le riprese del film terminano, e tutti si salutano augurandosi buon Natale.

Ginger e Fred

Ginger e Fred

Anno: 1985
Pellicola: colore
Durata: 125 min
Produzione: PEA (Roma), Revcom Films in associazione con Anthea (München), in collaborazione con Rai Uno. Teatro di posa: Cinecittà
Distribuzione: internazionale Sacis, italiana Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico

Visto censura: 81020 30/10/1985

Alla stazione Termini scende Amelia, ex ballerina soprannominata “Ginger”, vedova e proprietaria di una piccola industria. Deve apparire in televisione per ballare, trent’anni dopo, col suo vecchio partner Pippo, in arte “Fred”. E’ il periodo natalizio, c’è una grande confusione. Ginger sale su un pulmino dove incontra strani personaggi; arriva in un grande albergo dove tutto il personale è davanti alla tv, preso da una partita di calcio. Fred non è ancora arrivato, e Ginger scende in strada, dove viene circondata da un gruppo di motociclisti minacciosi. Torna in stanza, sente russare e scopre che è Fred, invecchiato, ridotto a malpartito, che ha accettato di partecipare allo show soltanto per soldi. I due vorrebbero almeno provare il loro vecchio numero, ma non ci riescono per il bailamme degli strani personaggi, ospiti, come loro, della trasmissione Ed ecco a voi. Alla fine ci riescono ma è un disastro. Solo i complimenti del presidente della tv li convincono a partecipare allo spettacolo: quando tocca a loro è un successo. Alla stazione, nel momento della partenza, vengono riconosciuti e firmano autografi. Poi, dopo che Fred ottiene un po’ di soldi in prestito da Ginger, si separano. Lei parte. Le luci dei binari si spengono e resta solo la tv con i suoi martellanti spot pubblicitari.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

E la nave va

E la nave va

Anno: 1983
Pellicola: colore
Durata: 132 min
Produzione: RAI Radiotelevisione e Vides Produzione (Italia), Gaumont (Francia). Teatro di posa: Cinecittà

Visto censura: 79229 31/10/1983

Un transatlantico, Gloria N., è pronto a salpare. Siamo nel porto di Napoli, è il luglio del 1914. Intorno al molo una folla di scugnizzi e venditori ambulanti, mentre in fretta giungono i passeggeri per imbarcarsi. Arrivano anche le ceneri di una famosa cantante, Edmea Tetua; è per spargere queste in mare che è stata organizzata la crociera verso Erimo. A bordo c’è anche un giornalista, Orlando, che intrattiene i passeggeri, in gran parte cantanti, direttori d’orchestra, ammiratori di Edmea. Una cantante vuole carpire i segreti della sua bravura; un nobile italiano trasforma la sua cabina in un tempio dedicato ad Edmea. Dalla stiva sale il fetore insopportabile di un rinoceronte, che poi viene issato sul ponte e lavato. Vengono raccolti naufraghi serbi fuggiti dopo l’attentato di Sarajevo. La vita a bordo si anima, finché giunti in vista di Erimo le ceneri di Edmea sono sparse in mare. Un serbo lancia una bomba contro una nave da guerra austro ungarica e questa cannoneggia la Gloria N. che affonda; anche l’ammiraglia austro ungarica cola a picco esplodendo. Il giornalista Orlando si ritrova su una scialuppa di salvataggio assieme al rinoceronte, che rumina placidamente.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

La città delle donne

La città delle donne

Anno: 1980
Pellicola: colore
Durata: 145 min
Produzione: Opera Film Produzione (Roma), Gaumont (Paris)
Distribuzione: Gaumont – Italia
Visto censura: 74981 27/03/1980

Un treno attraversa la campagna: in uno scompartimento sonnecchia Snàporaz, un distinto cinquantenne. Appare un’avvenente sconosciuta e l’uomo la segue. Nella toilette i due iniziano a flirtare, poi la donna scende all’improvviso dal treno, in un paesaggio misterioso. E dietro lei, Snàporaz. Al Grand Hotel Miramare si sta svolgendo un convegno internazionale di femministe. Mentre continua la ricerca della misteriosa passeggera, Snàporaz, scambiato per un giornalista, viene aggredito. Salvato da una soubrette sui pattini, nella fuga scivola per le scale e piomba nelle cantine, dove incontra un donnone che, in moto, lo accompagna alla stazione; la virago, non appena si trovano in aperta campagna, cerca di violentarlo. E Snàporaz fugge ancora inseguito da donne inferocite. Si rifugia nel castello del dottor Katzone, suo ex compagno di scuola intento a festeggiare la sua carriera di libertino. Qui incontra sua moglie che, ubriaca, lo copre di insulti, e la soubrettina salvatrice. Dopo aver ripercorso alcune tappe della sua educazione sentimentale, viene catturato dalle femministe. La sua mongolfiera dalle forme di donna viene sgonfiata a colpi di mitra. Mentre sta precipitando, Snàporaz si risveglia in treno, seduto davanti alla moglie, poco prima che il convoglio imbocchi un lungo tunnel.

Prova d’orchestra

Prova d’orchestra

Anno: 1979
Pellicola: colore
Durata: 70 min
Produzione: Daime Cinematografica S.p.A. e Rai – TV (Roma), Albatros Produktion G.M.B.H. (Monaco)
Distribuzione: Gaumont – Italia
Visto censura: 73109 19/02/1979

All’interno di un antico oratorio si svolgono le prove di un concerto sinfonico. Gli strumentisti arrivano a gruppetti e prendono posto. Ci sono anche, in un angolo, i rappresentanti sindacali. Un giornalista televisivo intervista i musicisti: ognuno parla del suo strumento e delle sue esperienze. All’arrivo del maestro, che si esprime con spiccato accento tedesco, la prova inizia con calma. Poi all’improvviso si interrompe per le proteste degli orchestrali. Il direttore abbandona la sala per il suo camerino dove lo segue il giornalista per intervistarlo. Intanto nell’oratorio è la rivoluzione: tutto viene contestato, dal direttore agli spartiti; l’anarchia e il disordine regnano, con le pareti imbrattate da scritte e simboli di rivolta. D’un tratto l’edificio inizia a tremare, scosso da colpi sempre più forti finché una gigantesca palla di acciaio non sfonda i muri, e nel crollo muore l’arpista. Dopo momenti di confusione e grida di terrore torna il silenzio e la prova riprende. Di nuovo sul podio, il direttore d’orchestra impartisce i suoi ordini, come un dittatore.

Il Casanova di Federico Fellini

Il Casanova di Federico Fellini

Anno: 1976
Pellicola: colore
Durata: 170 min
Produzione: PEA
Distribuzione: Titanus
Visto censura: 69484 01/12/1976

Durante il carnevale di Venezia Giacomo Casanova accetta di mostrare la sua valentia amorosa con suor Maddalena e compiacere così l’amante guardone della donna, l’ambasciatore di Francia da cui Casanova spera di ottenere benefici. Ma è arrestato dall’Inquisizione con l’accusa di magia nera. Fugge dal carcere dei Piombi ed è a Parigi ospite della Marchesa d’Urfé che vuole ottenere da lui il segreto dell’immortalità. Poi Casanova lascia Parigi e riprende la sua frenetica attività di seduttore. Fra i suoi amori c’è quello infelice con Henriette, che lo fa disperare e lo abbandona. A Roma partecipa a una gara amatoria con un pololano, vincendola. A Roma incontra anche il Papa e la madre ormai ben poco interessata alle sue sorti. Infine la vecchiaia, l’impiego come bibliotecario, il suo fascino svanito, l’oblio delle corti, fino alla solitudine di un ballo con una bambola meccanica, ricordo di un passato sempre più lontano.

La voce della luna

La voce della luna

Anno: 1990
Pellicola: colore
Durata: 118 min
Produzione: Mario e Vittorio Cecchi Gori, per la C.G. Group Tiger Cinematografica e la Cinemax, con la collaborazione della Rai-Radiotelevisione italiana.
Teatri di posa: Stabilimenti Cinematografici Pontini SpA
Distribuzione: Penta Distribuzione
Visto censura: 85393 01/02/1990

E’ notte, c’è la luna piena. Ivo Salvini è attratto da una voce; si affaccia a un pozzo, poi un gruppo di uomini che attraversa la campagna lo incuriosisce. Li segue e assiste da dietro le persiane allo spogliarello della zia di uno di loro. Questi si accorge della sua presenza e lo caccia perché non ha pagato. Arriva un amico di Ivo e insieme se ne vanno. Seguono strani incontri, e in uno di questi la nonna di Ivo gli dice che “ricordare è bello, più che vivere”. In un’altra notte, di pioggia, Ivo riesce a contemplare il volto della sua amata mentre dorme finché questa, svegliatasi, lo caccia via. La mattina dopo nella piazza del paese c’è grande confusione di venditori ambulanti e frotte di turisti giapponesi che fotografano tutto. Ivo si rifugia su un tetto, la folla pensa che voglia suicidarsi, poi i vigili del fuoco lo salvano. Intanto i fratelli Micheluzzi cercano di catturare la luna, che si dice dia ordini a piccoli diavoli sulla terra. Ci riescono, e tutto il paese vuole vedere la luna prigioniera. E’ la televisione, su un grande schermo, che proietta le immagini. Un uomo gli spara, e lo schermo si spegne. Allora la piazza si svuota e Ivo, rimasto solo, ascolta la luna.

Roma

Roma

Anno: 1972
Pellicola: colore
Durata: 119 min
Produzione: Ultra Film (Roma), Les Productions Artistes Associeés (Paris)
Distribuzione: Italnoleggio

Visto censura: 59913 08/03/1972

Primi anni trenta: a Rimini, un ragazzo ospite di un collegio di religiosi immagina Roma descritta dai suoi insegnanti e dalla retorica del regime fascista. Nel 1939, a venti anni, parte per la capitale e scopre il suo vero volto: i piccoli personaggi di una pensione popolare, le trattorie all’aperto, i bambini nelle strade. Poi si passa al 1972, agli ingorghi del raccordo anulare, con Fellini che gira un film in una città colma di turisti, tra i giovani che lo rimproverano per il suo disinteresse per la politica. Torna alla memoria l’immagine di un teatrino d’avanspettacolo rionale, con il pubblico vociante in fuga per un allarme aereo. Poi la scena si sposta nella galleria della metropolitana in costruzione, quando la scoperta di reperti archeologici fa sospendere i lavori. Quindi gli hippie di Piazza di Spagna, e la fauna variegata dei frequentatori, ricordo ormai lontano, dei bordelli degli anni quaranta. C’è anche una sfilata di moda ecclesiastica, la “festa de noantri” a Trastevere, la confusione generale, con la polizia che manganella e i motociclisti rombanti nella notte.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Amarcord

Amarcord

Anno:  1973
Pellicola:  colore
Durata:  127 min
Produzione:  F.C. Produzioni (Roma), P.E.C.F. (Paris)
Distribuzione:  Dear International
Visto censura: 6369915/12/1973

Nella Rimini degli anni trenta l’adolescente Titta cresce fra educazione cattolica e retorica fascista. Suo padre, Aurelio, è un capomastro anarchico e antifascista: sulle sue spalle oltre i due figli, la moglie e l’anziano padre, piuttosto arzillo, vive anche il cognato sbruffone e perdigiorno, lo zio “Pataca”. Suo fratello Teo è invece chiuso in manicomio. La cittadina è popolata da personaggi singolari, come Volpina la ninfomane, Giudizio il matto, Biscein il fanfarone, l’avvocato dalla retorica facile, il motociclista esibizionista, il cieco che suona la fisarmonica. Titta frequenta il liceo cittadino, dove le interrogazioni si alternano agli scherzi a insegnanti e compagni. La sua vita erotico-sentimentale si divide fra l’inarrivabile Gradisca, i grossi seni della tabaccaia e i balli d’estate al Grand Hotel spiati da dietro le siepi. Con il borgo condivide il trascorrere delle stagioni, con i fuochi per festeggiare l’arrivo della primavera, e gli eventi, il passaggio della Mille Miglia e quello del transatlantico Rex, la visita del gerarca fascista e il nevone. La morte della madre e il matrimonio di Gradisca segnano la fine della sua adolescenza.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Block-notes di un regista

Block-notes di un regista – Fellini: A Director’s Notebook

Anno: 1969
Pellicola: colore
Durata: 60 min
Produzione: N.B.C.
Visto censura: non richiesto

Finto documentario che segue Fellini dalle rovine del set per Il viaggio di G. Mastorna fino ai sopralluoghi per reperire tracce di antichità e ai provini per il Satyricon.

Toby Dammit

Tre passi nel delirio (episodio “Toby Dammit”)

Anno: 1968
Pellicola: colore
Durata: 37 min
Produzione: P.E.A. (Roma), Les Films Marceau (Paris), Cocinor (Paris)
Distribuzione: P.E.A. (Roma)
Visto censura: 5205124/07/1968
Gli altri episodi del film sono: Metzengerstein di Roger Vadim e William Wilson di Louis Malle.

Un giovane attore inglese, Toby Dammit, alterato da droga e alcool, arriva a Roma; sarà il protagonista del primo western cattolico. E’ subito circondato da fotografi, giornalisti, produttori e persino ecclesiastici. Tutto è pronto per celebrare l’avvenimento. Ma lui è insensibile a quanto lo circonda: feste, sfilate di moda, premiazioni. Niente lo scuote dalla sua apatia. Solo quando una misteriosa bambina gli lancia per gioco una palla, Dammit sembra reagire. Durante l’ennesimo ricevimento insulta i presenti e fugge via sull’automobile regalatagli dai produttori. Comincia una corsa sfrenata a folle velocità per il centro e la periferia di Roma: non si accorge di alcuni segnali di pericolo, e un cavo d’acciaio gli tronca di netto la testa, che rotola in un prato. La bambina la raccoglie come fosse un pallone.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Bitter campari

Bitter Campari

Anno: 1984
Pellicola: colore
Durata: 1 min
Produzione: Giulio Romieri, Brw and partners

Cast tecnico

Regia: Federico Fellini
Fotografia: Ennio Guarnieri
Scenografia: Dante Ferretti
Musica: “La rumbetta del trenino” di Nicola Piovani
Montaggio: Ugo De Rossi

Cast

Vittorio Poletti
Silvia Dionisio
Antonella Barchiesi

Anno: 1963
Pellicola: bianco e nero
Durata: 114 min
Produzione: Cineriz (Roma) e Francinex (Paris)
Distribuzione: Francinex (Paris)
Visto censura: 3946106/02/1963

Guido Anselmi è un famoso regista alla ricerca di riposo e di un po’ di evasione in una rinomata stazione termale. Realtà e immaginazione si mescolano nella sua mente, e il luogo che dovrebbe dargli cura e distensione si popola dei personaggi che fanno parte della sua vita. L’arrivo dell’amante Carla, poi di Luisa, la moglie, e dell’attrice Claudia, mitico simbolo di puri sentimenti, e contemporaneamente i colloqui con il produttore, i tecnici, con gli abituali frequentatori delle Terme, veri o irreali che siano, aumentano la confusione di Guido e fanno venire a galla i ricordi più lontani della sua vita: il collegio, i suoi genitori, che poi incontrerà, ormai morti da tempo, in un cimitero. Ma la crisi di Guido non accenna a risolversi. Quando ormai sta abbandonando definitivamente il progetto del nuovo film, sul set dimesso appaiono di nuovo i personaggi della sua vita: Guido in mezzo a loro con il megafono impartisce ordini, e tutti obbediscono in armonia e si danno la mano, formando una catena che sfila gioiosa sulle note della marcetta dei gladiatori.

Le notti di Cabiria

Le notti di Cabiria

Anno: 1957
Pellicola: bianco e nero
Durata: 110 min
Produzione: Dino De Laurentiis (Roma), Les Films Marceau (Paris)
Distribuzione: Paramount
Visto censura: 2374215/03/1957

Innocente e indifesa, Cabiria è una prostituta dall’esistenza infelice: ha rischiato di essere uccisa da un amico per i suoi soldi, un celebre attore si fa beffe di lei e persino le sue compagne di strada si divertono alle sue spalle. Sconfortata, si reca al santuario del Divino Amore e, presa dall’enfasi di una cerimonia religiosa, prega anch’essa, che un miracolo le faccia cambiare vita. E il miracolo sembra avverarsi: dopo che un illusionista le ha predetto un futuro roseo, Cabiria incontra Oscar, che le dichiara il suo amore; lei lo ricambia affidandogli i suoi risparmi. Ma Oscar è interessato solo a questi, e tenta addirittura di ucciderla. Cabiria riesce ancora una volta a scamparla, e si rende conto che è la sua ingenuità a complicarle la vita. Disperata, vaga in un bosco, di notte, dove incontra un gruppo di giovani allegri e felici. E Cabiria ritrova il sorriso, smette di piangere, pronta a riprendere la sua strada.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

La strada

La strada

Anno: 1954
Pellicola: bianco e nero
Durata: 94 min
Produzione: Dino De Laurentiis, Carlo Ponti
Distribuzione: Paramount
Visto censura: 1731118/09/1954

Uomo di natura violenta, Zampanò si esibisce nelle piazze e nelle fiere di paese come mangiatore di fuoco. Da una povera contadina carica di figli compra per diecimila lire Gelsomina, una ragazza ingenua e ignorante, per usarla come spalla nei suoi spettacoli. Diventata a forza la sua amante, Gelsomina, creatura sensibile, tenta invano di fuggire da lui che la maltratta continuamente. Finiti in un circo, Gelsomina conosce il Matto, strana figura di equilibrista girovago mite e gentile che non perde occasione per deridere e umiliare Zampanò. Questi, in un litigio, involontariamente lo uccide. La tragedia fa uscire del tutto di senno Gelsomina, turbata giorno e notte dal ricordo del Matto. Zampanò allora l’abbandona, continuando la sua vita di vagabondo e temendo di essere scoperto e arrestato. Alcuni anni dopo scopre per caso che Gelsomina è morta, e improvvisamente prende coscienza della sua solitudine: abbandonato da tutti piange su una spiaggia deserta.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

 

La dolce vita

La dolce vita

Anno: 1960
Pellicola: bianco e nero
Durata: 178 min
Produzione: Riama Film (Roma), Pathé Consortium Cinéma (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 3107021/01/1960

Giornalista di un rotocalco scandalistico, Marcello spera di poter diventare un giorno scrittore serio. Nel frattempo si trova completamente immerso nella “dolce vita” romana, tra avventure sentimentali con un’aristocratica sempre alla ricerca di emozioni nuove, il tentato suicidio di Emma – la compagna che lo opprime con la sua gelosia – e il vano corteggiare Sylvia, celebre ed esplosiva diva dello schermo che si esibisce in un sensuale bagno nella Fontana di Trevi. Poi, la falsa visione della Madonna inventata da due bambini e l’incontro con un raffinato intellettuale, Steiner: Marcello ammira la sua famiglia e quella che crede un’esistenza ideale. Ma Steiner si toglie la vita, dopo aver ucciso i figlioletti. Le vicende esistenziali di Marcello si susseguono senza sosta: il malore del vecchio padre che è venuto a trovarlo, l’abbandono di Emma. Dopo l’ennesima orgia notturna, all’alba gli stanchi e stralunati partecipanti trovano la carcassa di un mostro marino arenatosi sulla spiaggia.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Il bidone

Il bidone

Anno: 1955
Pellicola: bianco e nero
Durata: 104 min
Produzione: Titanus (Roma), S.G.C. (Paris)
Distribuzione: Titanus
Visto censura: 1985804/10/1955

Roberto, Picasso e Augusto sono tre specialisti del “bidone”: truffano ingenui contadini a cui si presentano vestiti da preti; poi estorcono denaro a dei baraccati con la promessa di una casa; infine, vendono a sprovveduti benzinai vecchi cappotti spacciati per nuovi. Sono insieme a Capodanno, in una festa, quando Iris, moglie di Picasso, scopre la vera attività del marito. Anche la figlia di Augusto non sa quali loschi traffici compia il padre; è al cinema con lui quando una vittima di Augusto lo riconosce e lo aggredisce. Arrestato, finisce in galera. Ma appena fuori riunisce di nuovo la banda e ripete la truffa con il travestimento da cardinale. Alla vista di una ragazza paralitica, coetanea della figlia, viene preso dai rimorsi e vorrebbe restituire il maltolto. Poi ci ripensa e cerca di truffare gli altri della banda: scoppia una rissa e Augusto, cercando di fuggire, cade in un burrone spezzandosi la spina dorsale. I compari non lo soccorrono, arraffano i soldi e fuggono. Augusto muore in un’agonia lenta e atroce.

Boccaccio ’70

Boccaccio ’70 (episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”)

Anno: 1962
Pellicola: colore
Durata: 60 min
Produzione: Concordia Compagnia Cinematografica e Cineriz (Roma), Francinex e Gray Films (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 46452 06/02/1962

Gli altri episodi del film sono: Renzo e Luciana di Mario Monicelli, Il lavoro di Luchino Visconti, La riffa di Vittorio De Sica. Moralista inflessibile, il dottor Antonio si batte a modo suo contro il dilagare della immoralità. Improvvisa prediche a sbigottiti boy-scout, molesta le coppiette in cerca di intimità, arriva persino a strappare le copertine dei rotocalchi nelle edicole. Finché, il colmo per lui, sotto le finestre della sua abitazione viene allestito un enorme cartellone pubblicitario con l’immagine di una donna dalle forme giunoniche che invita con ammiccante sorriso a bere più latte. Il dottor Antonio tenta invano di farlo rimuovere, poi decide di imbrattarlo lanciandogli contro bottiglie d’inchiostro. Il cartellone verrà censurato dalle autorità ma un acquazzone scoprirà nuovamente le forme della tentatrice. Che finisce per ossessionare senza sosta i sogni del dottor Antonio, fino a che questi non viene ritrovato, un mattino, delirante, arrampicato sul cartellone. Mentre un’ambulanza lo porta in ospedale, Cupido occhieggia beffardo.

Amore in città

Un amore in città (episodio “Agenzia matrimoniale”)

Anno: 1953
Pellicola: bianco e nero
Durata: 16 min
Produzione: Faro Film
Distribuzione: D.C.N.
Visto censura: 1534113/11/1953

Gli altri episodi del film sono: L’amore che si paga di Carlo Lizzani, Paradiso per quattro ore di Dino Risi, Tentato suicidio di Michelangelo Antonioni, Storia di Caterina di Francesco Maselli e Cesare Zavattini, Gli italiani si voltano di Alberto Lattuada. A un giovane giornalista viene affidata un’inchiesta sulle agenzie matrimoniali. Scettico, si finge cliente di una di queste, alla ricerca di una moglie per un suo ricco amico. E sebbene racconti che questi è malato di epilessia, costretto a vivere in campagna perché durante le notti di plenilunio si trasforma in lupo mannaro, riesce a trovare una ragazza disposta al matrimonio. Una ragazza dolce, ingenua, che mette in crisi il cinismo del protagonista.

I Vitelloni

I vitelloni

Anno: 1953
Pellicola: bianco e nero
Durata: 103 min
Produzione: Peg Film (Roma) / Cité Film (Paris)
Distribuzione: ENIC
Visto censura: 1500517/09/1953

Siamo alla fine dell’estate, in una cittadina della costa romagnola. In una festa all’aperto, Riccardo si esibisce finalmente come cantante, ma un acquazzone interrompe il tutto causando un fuggi fuggi generale. Nella confusione salta fuori che Sandra, sorella di Moraldo, aspetta un figlio: dovrà sposarsi con Fausto. Arriva l’inverno e riprende la vita monotona di provincia; gli amici di Fausto trascorrono le loro giornate tra caffè e scherzi puerili, anche se la loro età non è più verde. Sono i “vitelloni”, viziati e mantenuti dalle famiglie: Alberto, con il suo faccione da bambino, eterno buffone che si fa dare i soldi dalla sorella; Leopoldo, tutto preso da sogni di successi letterari; Riccardo, pigro e indolente, e Moraldo, il più giovane e desideroso di lasciare tutti e andare a Roma. Di ritorno dal viaggio di nozze, Fausto accetta di lavorare: farà il commesso in un negozio di arredi sacri. Ma si mette a corteggiare la moglie del proprietario e Sandra, appena lo scopre, fugge di casa con la bambina da poco nata. Fausto e Moraldo, assieme agli altri amici, si mettono alla sua ricerca; ma lei non è lontana, è in casa del suocero, che punirà a cinghiate il figlio scapestrato. I “vitelloni” ricominciano la solita vita, fra delusioni famigliari (Alberto scopre che la sorella vuole fuggire con un uomo sposato) e professionali (Leopoldo incontra un capocomico che si rivela interessato a ben altro che alle sue produzioni letterarie); solo Moraldo riesce finalmente ad andarsene. Sul treno immagina i suoi amici per i quali nulla cambia.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Lo Sceicco Bianco

Lo sceicco bianco

Anno: 1952
Pellicola: bianco e nero
Durata: 85 min
Produzione: P.D.C. – O.F.I.
Distribuzione: P.D.C.
Visto censura: 1172007/04/1952

Due sposi novelli, Ivan e Wanda, sono in viaggio di nozze a Roma per l’anno Santo. Lui, pignolo e metodico, di famiglia borghese, ha già preparato un programma per il viaggio, con annessa visita al Papa; lei, appena arrivata a Roma, lascia l’albergo per mettersi alla ricerca dello “sceicco bianco”, il protagonista di una serie di fotoromanzi di cui è appassionata lettrice, al quale ha scritto decine di lettere. Wanda riesce a trovare il suo idolo sul set approntato a Fregene, dove stanno “girando” un nuovo episodio. La ragazza decide di unirsi alla troupe. Intanto Ivan, disperato, la sta cercando per tutta la città, nascondendo a parenti e amici romani, con bugie e complicati inganni, la fuga della moglie. Sulla spiaggia di Fregene Wanda, coinvolta in sgradevoli disavventure, scopre che il suo eroe è molto diverso da come lo aveva sognato: è un pover’uomo succube della moglie. E il mondo dei fotoromanzi non è quello da lei immaginato. Delusa, tenta di uccidersi in maniera goffa gettandosi nel Tevere. Viene salvata e finalmente torna in albergo dal marito, appena in tempo per correre a San Pietro, dove li aspettano i parenti per la visita al Papa.

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Luci del varietà

Luci del varietà

Anno: 1950
Pellicola: bianco e nero
Durata: 100 min
Produzione: Capitolium Film
Distribuzione: Fincine
Visto censura: 888818/11/1950

Liliana, una bella ragazza di provincia, vuole affermarsi nel mondo dello spettacolo. Fugge di casa e si unisce ad una piccola compagnia d’avanspettacolo; il direttore, Checco, se ne invaghisce e la fa esordire immediatamente. E’ un esordio fortunato, con tanti applausi, anche perché durante un numero a Liliana scivola un gonnellino… Alcuni giorni dopo la compagnia è invitata a casa di un ricco avvocato di paese, che tenta un approccio notturno con Liliana. Interviene Checco, geloso, e scatena una baraonda al termine della quale tutti i guitti vengono cacciati via. Checco e Liliana lasciano la compagnia alla ricerca di un ingaggio favorevole: l’unica offerta viene fatta a Liliana, ma la gelosia di Checco la fa saltare. Questi, con i soldi avuti in prestito dalla sua compagna Melina, anch’essa nella vecchia compagnia, tenta di formarne una nuova con altri artisti. Ma prima dell’esordio Liliana lo abbandona e firma un contratto con un altro impresario, colpito anch’esso dalla sua avvenenza. A Checco non resta che tornare con i vecchi compagni e con Melina, che lo ha perdonato. La compagnia è di nuovo insieme, e sta viaggiando in treno alla ricerca di qualche buona “piazza” quando nel vagone appare una bella ragazza. Checco la nota subito e la storia ricomincia…

Per gentile concessione di Sacwebphoto – Archivio dedicato ai Maestri Pittori Cartellonisti Italiani e ai manifesti cinematografici del ‘900

Giulietta degli spiriti

Giulietta degli spiriti

Anno: 1965
Pellicola: colore
Durata: 120 min
Produzione: Federiz (Roma),
Francoriz (Paris)
Distribuzione: Cineriz
Visto censura: 4573323/09/1965

Nella sua bella villa di Fregene, una ricca signora borghese, Giulietta, trascorre l’estate. In occasione dell’anniversario del suo matrimonio con Giorgio, viene organizzata una festa durante la quale si svolge una seduta spiritica. Si evocano fantasmi erotici e scurrili, e le offese di uno di questi, assieme al dubbio che Giorgio la tradisca, mettono in crisi di identità Giulietta. Non ha nessuno con cui confidarsi: è sola con le sue contraddizioni, tra il perbenismo bigotto e la tentazione di vivere senza inibizioni. Una vicina di casa, Susy, l’invita nella sua villa: qui Giulietta può finalmente lasciarsi andare, visto che ha avuto le prove del tradimento del marito. Ma i sensi di colpa la fanno fuggire, e visioni contrapposte quasi sconvolgono la sua mente. Con l’aiuto di una psicoanalista riesce a reagire: affronta una vera e propria battaglia con i suoi condizionamenti, le tentazioni, i fantasmi. Alla fine, vittoriosa e in abito bianco, va incontro al vento che impetuoso soffia dal mare.